la madre

the key point con mia madre credo sia questo:

- io ho bisogno, necessità vitale di sapere che le cose che faccio hanno un senso, che le faccio bene, che posso sbagliare ma anche l'errore ha una sua motivazione. Quindi, ok, la cucina probabilmente è grandissima, un forno di 90 cm e 5 fuochi enormi forse sono esagerati. ma non ho speso 2000 euro. ne ho speso tanti quanti (700) ne avrei speso se avessi preso un forno di grandezza normale elettrico. Più in generale, io faccio cose nella mia vita che sono pensate e meditate, che anche quando sono impulsive in realtà sono frutto di un ragionamento non esplicito, quindi si può dire che sono meditate. o no?

- mia madre ha costantemente bisogno di dirmi che sbaglio. E questo non ci sta. Lei ha necessità vitale di farmi vedere che io senza di lei sono persa, distrutta, una nullità. Che senza il suo aiuto non valgo niente. Per cui ieri, dopo una bellissima giornata di Natale, in cui per la prima volta ha apprezzato veramente il regalo che le ho fatto (un golf di Patrizia Pepe, il colore giusto, il modello proprio quello che voleva lei) e poi le ho regalato il cordless, e poi un bel libro a mio papà (per inciso, il Talebano che era a pranzo lì non ha portato nemmeno una bottiglia di vino scadente ma ha ricevuto ben due regali), beh prima di andare via, mi ha aperto la sua agendina dove aveva segnato con attenzione tutti i soldi che mi ha dato da 3 anni a questa parte. Nel mucchietto c'erano pure i soldi che mi ha dato a Natale l'anno scorso come regalo di Natale e compleanno, quelli con cui ha pagato l'operazione agli occhi (metà, l'altra metà l'ha pagata il Talebano, oppure erano anche soldi miei? chissà...), quelli che mi ha dato per i denti di Ettore (una parte, l'altra vedremo), e infine i 250 euro che lei ha anticipato 3 anni fa per il corso di vela di Figlia e che il talebano non ha mai rimborsato.

Ma insomma, mi viene da dire, cosa devo fare?

-eh, stai pure zitta, che abbiamo tutte fatto un sacco di fatica!

Così mi ha detto mentre raccontavo a Bianca ridendo e rendendo le cose da chiacchiera di cucina la mattina di Natale, la fatica che faccio.

-ho preparato due regali: uno per mia figlia e uno per mia nipote. E mentre preparavo il pacchetto ho detto a P (la sua amica): vedi? quello per mia figlia è un regalo per cercare di conquistare l'affetto, quello per mia nipote è un regalo per ringraziarla dell'affetto.

e qui eravamo a tavola, che meno male che siamo tutti in famiglia, e ci siamo fatti una gran risata, e io sono sulla strada tortuosa della costruzione della mia felicità, e non saranno la battute di questo genere a farmi scivolare giù, però...

Ora, siamo adulte, ne abbiamo passate tante, non voglio fare quella che ribadisce che ha la mamma cattiva che da piccola le ha mollato una sberla e quindi adesso si deve andare tutte in analisi, ma io dico: possibile?
Non sarebbe stato meglio se lei, in un altro momento, mi avesse preso da parte e mi avesse chiesto come va con i soldi, come ho vissuto fino ad ora, che piani ho? Non sarebbe stato meglio sederci a un tavolo, vedere che debiti ho ancora (uno solo per la verità), di cosa hanno bisogno i ragazzi, fare un po' di previsioni insieme con calma?

Dove sta il nodo?
Possibile che lei e il Talebano abbiano ragione, e io, a lungo andare, non sia in grado di farcela da sola?
Possibile che io sia l'unica che DEVE farcela da sola: non voglio farcela da sola, vivo in una società e in una famiglila. Voglio essere aiutata dove io non arrivo.
Non ho più voglia di fare da sola, non mi interessa. Voglio essere aiutata, ciascuno per come crede di poter fare al meglio per me.
Come io cerco di fare per gli altri.

O no?

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