2500 battute


2500 sono le battute richieste dal Corriere della Sera per partecipare al concorso del racconto di Natale.

L'ho fatto come esercizio, perchè non è facile ridurre il tutto a 2500 parole.

Questo è il risultato.




Sono al parco dove cammino veloce con le mie ballerine che sprofondano nelle foglie ghiacciate e nel fango scivoloso. Il corridoio era lungo, un'infilata di porte a destra e a sinistra, poliziotti dappertutto, e io che camminavo a passo spedito, che uscivo dall'ufficio del prefetto che uomo più potente in città non c'è. L'ho percorso tutto quel corridoio, passando davanti alla portinaia: le ho anche fatto un sorriso. Lei è giovane come me, ma lei non è la sua amante, come mi avevano detto.La brina ghiacciata aggredisce le fibre di lana sintetica delle mie calze, ci si attacca e le riempie di gelo che a contatto con la pelle calda delle mie caviglie si scioglie e si allarga, bagnando le altre fibre vicine. Io continuo a camminare che dopo settimane di pioggia finalmente il sole è arrivato e domani è Natale. Avevo chiuso la porta dietro di me e lì c'era l'ombrello, che poteva essere l'ultimo dei miei pensieri l'ombrello comprato dai cinesi, ma no, le decisioni ci rendono lucidi, c'è anche da attraversare il corridoio, lungo e pieno di porte, a destra e a sinistra, pieno di poliziotti, e alla fine del corridoio c'è anche lei, la portinaia che è lì da 15 anni e porta con sè il peso delle malelingue.L'acqua sale e ha bagnato ormai anche i miei polpacci, ma non sento freddo io, continuo a camminare perché ho messo la mano sulla maniglia, l'ho piegata in basso e ho aperto poi l'ho chiusa alle mie spalle mentre lui era lì dietro di me immobile, e io ho preso l'ombrello e ho camminato nel corridoio lungo e ho salutato la portinaia.Mi viene da piangere, ma il sole è luminoso, domani è Natale, il cuore batte forte per seguire il ritmo delle gambe, -Ti amo- gli ho detto e mentre l'ho visto schiantarsi mi sono alzata ho preso la porta e l'ho chiusa alle mie spalle, ho preso l'ombrello che era lì fuori e mi sono incamminata nel corridoio, ho salutato la portinaia e via.Le gambe si muovono veloci, corrono sollevando la gonnellina a fiori che mi sono messa per lui oggi, scollata nonostante il freddo, una folata di vento mi porta via il cappello, ma mi ero detta voglio che mi veda come sono bella e che sappia quanto lo voglio:- Perché non posso tesoro mio, non posso, sono 27 gli anni che ci separano, potresti essere mia figlia, io sono vecchio e tu sei giovane.- io ti amo- gli avevo risposto, avevo preso la porta ed ero uscita, preso l'ombrello, infilato il corridoio ed ero venuta via, al parco. Ma ora il telefono squilla: è lui e io rispondo. Domani è Natale.

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