La vita e la letteratura. Parte seconda
Invece il rutto non lo faccio, signora mia, che io sono una ruspante ma i rutti non mi riescono mai, nemmeno da bambina mi riuscivano, e Corrado mi diceva che ero una schiappa e mi chiamava con disprezzo "la principessa", ma solo quando si arrabbiava con me. Arriva il Maschio Alfa, con la sua borsetta a tracolla, che mi piace tanto che lui sia così contro tutte le regole del fashion system, e se ne vada in giro con una borsetta di plastica nera e lucida, con la scritta Negozio2 rossa, la tracolla posata sulla spalla che attraversa il petto, mi pare Figlio quando deve andare a scuola, mi pare come che se ne vada contro il mondo da solo, con le sue idee e le sue priorità, certo come è che una debolezza piccola come quella non inficia il suo essere uomo, ovvero Maschio Alfa, appunto. Arriva e va, e poi ritorna, non mi capacito di queste giornate convulse, la crisi! la crisi! gridano in tutto il mondo, e noi qui che maciniamo, sono tre settimane che lavoriamo a spron battuto, in trincea di là rispondono al telefono che squilla in continuazione, tengono le teste chine sulle carte, evidenziano le righe delle cose che devono ricopiare nel computer tenendo ben ferma una stecca sulla carta, così che la riga resta dritta e non si confonde, hanno la finestra che da nel bovindo, fa caldo, e non mi pare che ci sia mai il tempo per stare calmi e prendere fiato, che tutto deve essere esente dagli errori, e a ciascuno il suo ma tutti insieme facciamo squadra, speriamo bene anche perché di soldi ne circolano pochi un po' dappertutto, speriamo bene, che qui oggi dobbiamo fare una serie di cose difficili, programmo con il Maschio Alfa la telefonata e macino e macino e macino, 3 cose insieme, è il Lavoro Benedetto, papà non sta bene in quella triste stanza di ospedale, ma io devo sistemare sta cosa dello stand che bisogna far coinvolgere la stilista sentire lei, poi mi chiamano al negozio nuovo e scendo che vado a vedere che è arrivato il Magnete Rotante e la panca e vogliamo fare delle foto, e ok, chiamo e scrivo e inoltro e rispondo, e poi io e il Maschio Alfa prendiamo in mano il cellulare e chiamiamo il Gangster e diciamo che no, il lavoro purtroppo non va bene, la merce non va, non va non va, il tentativo è fallito, e qulleo si inalbera, io ovviamente sono in mezzo, meno male che il Maschio Alfa sente il tono del Gangster, e io traduco e lui ribatte, e io lo ridico in inglese e il Gangster non ci può credere, diomio che fatica mostruosa, sono mesi che lavoriamo con questo, dispiace anche a me ma era un'operazione senza anima e se non ci metti l'anima le cose riescono così così, che i soldi non arrivano da soli solo tramite un'operazione a tavolino, vorrei dirglielo ma non si può e poi ancora il Gangster mi trattiene al telefono, io dico al Maschio Alfa - non andare via- che lo vedo che sbuffa e non sta sulla sedia, gli verrebbe da mandarlo a fare in culo, mi scusi signora mia ma così è la faccenda, che il Gangster è tachente, sono mesi che mi appesantisce con le minuzie e chiede conferma tre volte sulle cose per essere sicuro e, di fondo, non prendersi responsabilità sui tessuti, sui colori, sui modelli, mi viene da pensare che se ci fossi stata io dietro al Gangster gli avrei fatto prendere un'impostazione diversa, che io non sono una stilista ma qui manca il concept, e gli avrei costruito una donna coerente con le loro idee, che ci avevo anche provato io, a dire al Gangster che secondo me gli mancava qualche cosa, la parte intellettuale dell'operazione, e invece lui mi aveva detto -NO, IT IS PERFECT, WHY ARE YOU GOING TO COMPLICATE EASY THINGS?- il tono perentorio di chi non ammette repliche, sicuro di se' come un gangster sa essere, e i miei consigli li ascoltava con sufficienza che poi io mi ero pure stancata, ci tenevo che la cosa riuscisse ma ho anche imparato a mollare per la propria strada e la propria decisione chi vuole fare in maniera diversa e chi non vuole collaborare con me o non accetta la mia colalborazione (che prima chiedono aiuto e poi non lo vogliono) e così avevamo aspettato pazientemente la collezione, avevo dovuto calmare e parlare con tutti quelli con cui il Gangster era entrato in contatto (il trasportatore, la dogana, la fabbrica lontana, la stilista), e come dice bene l'Eletta, ho sbagliato vita, sarei un Profeta magnifico, che la gente che mi incrocia mi parla e poi mi ascolta nelle cose che ho da dire che poi alla fine sono come le dico io. La telefonata con il Gangster dura 40n minuti, finché anche io mi inalbero, come se noi non ci avessimo messa la faccia, dico io, come se noi non ci avessimo lavorato, come se noi non avessimo pagato fino all'ultimo euro quello pattuito, e quelli che ti dicono che la collezione è belllissima hanno sicuramente ragione ma non tirano fuori una lira, Gangster mi dispiace dirlo, sono i soldi che fanno la discriminante in questo caso, noi abbiamo pagato e noi abbiamo la possibilità di dirti le cose come stanno, gli altri applaudono ma non hanno fatto niente e nemmeno investiranno niente se non parole, e checazzo signora mia come al solito sono stata un po'n azzardata, che ho visto il Maschio Alfa strabuzzare gli occhi mentre io ormai avevo fatto tutto sto discorsetto, che lui non sarà bravissimo ma ormai l'inglese lo capisce, e io ho visto che ero scivolata troppo oltre ho sterzato e ho continuato la conversazione con il Gangster che era muto, muto pure lui, merda io che non sto mai zitta, e così ho provato a moderare e aggiustare il tiro, gli ho detto che era tardi e che gli avrei mandato un report scritto e dettagliato, che noi eravamo i primi ad essere dispiaciuti e che ora ciao, ci sentiamo, metto giù la cornetta, il Maschio Alfa ancora perplesso, io grondo sudore che è stata una telefonata davvero difficile, è passata l'una da dieci minuti, il mio cellulare ha squillato che erano i ragazzi, li chiamo e dico: arrivo- ma Figlio mi chiede se può andare a pranzo fuori, non so come gli chiedo per l'ennesima volta se ha controllato l'appuntamento dal dentista, lui sbuffa che adesso guarda ma è sicuro quasi al 100% che è la settimana prossima, io chiudo la conversazione e spengo tutto, che oggi è martedì, non torno qui oggi, e mentre esco il Maschio Alfa mi dice - grazie, è stata una telefonata difficile davvero.- e io respiro, è stata difficile ma è passata, anche se ce l'ho ancora attaccata alla spalle adesso vado a casa, saluto e vado, scendo le scale e aggiro l'angolo, prendo la bici, mi chiudo il portone alle spalle, monto e inizio a pedalare, passo davanti al Santo ed entro nella piazza, che c'è sto dialogo muto tra me e il Santo, ma le promesse si mantengono, poso a terra il piede sinistro e riparto, pedalo verso casa, meno male che ho la mia bicicletta che almeno mi scarico, il Gangster è uno stupido, non capirà mai il perché del nostro rifiuto, devo ancora sistemare lo stand alla fiera di Milano, e devo dire al Magnete che bisogna mettere le pacche sulle figure, che ci vuole la sua firma dentro, anche perché così quegli oggetti magari un domani avranno un valore, che ne sai tu, chissà papà come è messo, Dio mio dammi una mano, devo comprare i libri di scuola, ma non si può fare un po' di ordine in questa testa ACCIDENTI? Zitti tutti, eccheccazzo... Dove è la vita con le sue pause??? Non siamo mica in un libro!
E in silenzio pedalo fino a casa.
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