La vita e la letteratura. Parte prima

sa, si dice, signora mia, che la letteratura è la vita vissuta senza le pause, bensì densa di avvenimenti uno dietro l'altro, mentre nella vita ci sono anche tanti momenti inutili in cui, per esempio, uno mastica, o dorme, o riflette, o semplicemente si butta sul letto e tace. Ecco, vede, vorrei vivere anche io allora nella vita vera, che qua pare invece di essere nella letteratura ovvero in un mondo dove non c'è tempo per riposare, masticare, dormire, non fare.


Passo le mie notti immersa in mondi reali generlamente pieni di autobus rossi che mi portano da una parte all'altra. Salgo scale e scendo scale, entro in metropolitane, e poi treni, e viaggio, con valige al seguito, in cerca di biglietti e di fermate. Compro, scambio, domando, incontro, prendo decisioni, sparo e chiamo la polizia, mi difendo, guido, porto a spasso il cane, faccio traslochi, entro in case non mie, salvo bambini, Dio mio signora mia quanti bambini nei miei sogni, e poi mi sveglio. Mi sveglio a volte di notte, che mi rendo conto che il cuscino è messo male, o la coperta non copre, ma è come se qualcuno mi toccasse la spalla e mi svegliasse, e invece sono sola, la notte è fonda e io mi sono sbagliata, non c'è nulla che non vada. Non mi è chiaro se questa possa chiamarsi insonnia, ma è certo che quando mi sveglio al mattino sono stanca, che ho viaggiato tutta la notte, ho fatto cose, e non mi sento riposata. Tra l'altro avviene che il tempo assuma sfumature particolari, per cui mi sveglio, ovvero prendo coscienza che io sono io e che sono viva, presumibilmnete nel mio letto, e sto lì con gli occhi chiusi e in quel momento mi si affollano tutti i pensieri della mia giornata, si stipano fitti fitti tra una palpebra e l'altra, si accavallano uno sopra l'altro perché sanno ormai che lo spazio è poco, che tra poco aprirò gli occhi e quindi cercano posto affannosamente, e sgomitano e fanno una tale cagnara che io spalanco gli occhi e mi alzo.

E via, signora mia, mi alzo. E faccio la doccia e mi ri-dico che mi sono dimenticata di comprare il bagno schiuma, mi asciugo e mi ridico che devo andare dal parrucchiere e magari anche a fare una ceretta, e il bidone del bagno è pieno, devo dire a Io-no-ho-stata che il bidone del bagno va svuotato spesso, e mentre mi faccio il caffè ripenso ai miei pensieri affastellati in quei pochi secondi di dormiveglia, e cerco di fare ordine. Devo sistemare il Webber, e chissà papà come se la passa stamattina, la Zarina non ha ancora chiamato, strano, Figlio deve comprare i libri di scuola, anche Figlia per la verità, significa fare code di ore alla Melbooks e poi trascinare chili di libri fino a casa, il Talebano mi urta nella sua piacevole veste di uomo innocuo e comprensivo che però non ha tempo non può non ce la fa proprio, non mi ricordo di avere iscritto Figlia a scuola, mio Dio che sogno stanotte guarda come sono stanca, vorrei avere 70 anni, Figlio è senza la bicicletta che gliela hanno rubata da dentro la casa del Talebano che io so benissimo come è andata ("non c'è bisogno che tu la chiuda, mettila lì" e così è arrivato qualcuno e l'ha presa) , non riesco a farmi fare il catalogo della collezione prossima da portare al Neozone di Milano. Bene, mi faccio il caffè. Come? Adesso? ma sì dai, lo prendo volentieri un caffettino, come va bene a lei, eh...oh ma che meraviglia, la caffettiera d'argento, eh lo so che il caffè miscelato dentro lì viene speciale, assume un aroma e un profumo che altrimenti perde, grazie ma niente zucchero per me, è stato J che mi ha insegnato a bere il caffè senza zucchero, che in effetti si sente meglio il sapore, grazie mille, basta così, che bella la sua camicia signora mia, lo sa che stanno tornando in auge le donne con la camicia? ma proprio morbida, così come la sua, che cosa è... ah seta, bel materiale la seta, poi cosi, con i volant, le stanno molto bene, sì, e insomma le dicevo che in pratica alle 8 del mattino sono già stanca che è tutta la notte che viaggio e la mattina c'è silenzio ma è finto, che in realtà ho la testa che vortica di mille pensieri.


Decido che è arrivato il momento di dare una svolta piccola per carità, e in effetti Io-no-ho-stata ha fatto un po' da sola in questi mesi perché a me andava bene così, ma adesso è il momento che io le dia alcune indicazioni, e quindi, con tutta la buona volontà possibile, scrivo a penna, su un quaderno, con bella calligrafia in stampatello, in modo che lei possa capire, scrivo le cose che mi vengono in mente e che sono, il come, il quando e il perchè svuotare la spazzatura, brevemente accenno alla raccolta differenziata, solo umido da una parte, solo carta nel sacchetto di carta, il resto nel bidone grande. I sacchi si vuotano pieni, tranne l'umido, che puzza ed è per questo che è piccolo, e va portato giù tutti i giorni. Poi continuo: per piacere, raccogli i bicchieri sporchi che trovi in giro, butta via le bottiglie di plastica ma prima schiacciale ( il motivo non lo spiego che non voglio essere pesante, ma se lei non piega le bottiglie il sacco si riempie in fretta e allora dove va la mia coscienza ecologica? e la raccolta differenziata?). Aggiungo che gentilmente, se mi cambia le lenzuola le può mettere "dentro" il cesto della roba da lavare, e non buttate "sopra" - che non ha senso, signora mia, ma la spiegazione del "non ha senso e mi fa incazzare" la tengo per me. Rileggo, mi pare di essere stata abbastanza chiara, e lascio ben piazzato sul cassettone della sala. Poi ci ripenso, penso che anche lei vorrà scrivermi qualche cosa magari, e allora aggiungo: scrivi se hai bisogno di qualche detersivo. Si alza Figlia, si trascina come uno zombi di fianco a me, si gratta il naso, pigramente va verso la sala e mi dice:- allora, mamma, quanto soldi mi dai per andare sabato pomeriggio a fare shopping in centro con le mie amiche?- . Vabeh, signora mia, io sono un po' incazzosa, quella ha 12 anni ma fisicamente è quello che si direbbe "una sandrona", siamo all'inizio di una lotta di quartiere che ci vedrà sbudellarci per i prossimi diciamo 4 anni, forse 6, meglio sì, almeno 6 se non di più, io ho un piccolo vantaggio su di lei e me lo voglio giocare tutto, e quindi le dico, - Vieni a sederti qua che ne parliamo.- UFF, lo sbuffo parte dal fondo della sala e io allora mi avvicino a lei e dico: - Tu metti in ordine la tua scrivania, fai spazio lì, e anche nella libreria, elim...- Figlia, la mia dolce bambina dalla voce angelica si alza dalla poltrona e mi dice:- sì, ma i soldi per andare a fare shopping?- - ma shopping di che?- é scandalo. Figlia si irrigidisce, artiglia i suoi capelli, - ma come, mamma, ma come.. ma non capisci, mi servono dei soldi, le altre vanno con almeno 20 euro, ... facciamo così mamma, dai, io metto a posto la mia scrivania e tu mi dai qualcosa.- Mi sembra soddisfatta: sono le 8 e 10, io devo andare in ufficio ma prima devo passare da scuola a vedere se ho iscritto Figlia che ho questo dubbio, raccolgo il cellulare, le chiavi della bici, le chiavi di casa, il portafogli, metto tutto nella borsa, chiudo la cerniera e ribatto:- Col cucco. Tu metti a posto la scrivania che quella va messa a posto comunque, della faccenda dello shopping ne parleremo- Si alzano urla che pare Ecuba sulla spiaggia prima di salpare assieme alle altre schiave, ma stavolta mi salva la Zarina, che con rara tempestività mi chiama, io riapro la borsa, lascio che le urla si facciano altissime, cerco il cellulare, lo alzo trionfante con lo schermo verso Figlia, le dico-Ubi major..- e me ne vado, che lei è lì piangente, _ ma mammaaaaaaaa...- e inseguita dalla sua aaaaaa mi domando se ho fatto bene, se non valeva invece la pena dirle subito che le avrei dato 10 euro per il suo primo colpo di vita in centro da sola con le amiche, e rispondo alla Zarina mentre entro in ascensore (che magari sa, cade la linea..). La linea non cade, e la Zarina parte a manetta, - e lui mi ha detto, e io gli ho detto, e invece tua cugina mi ha chiamato e poverina lei e...- arrivo al garage e faccio salire la serranda elettrica. - vabene vabene, - le dico e in qualche maniera chiudo la telefonata. Pedalo e arrivo alla scuola media, scendo dalla bici, metto la catena, tolgo la chiave dal motorino elettrico, prendo la borsa dal cestino, entro, percorro il corridoio, squilla il cellulare, è ancora la Zarina, faccio finta di niente, arrivo dalla bidella che è impettita e mi guarda sorpresa e prendo fiato e le dico:- Ehm Buon giorno, lei mi conosce sono la mamma di Figlio e adesso anche di Figlia, ho come l'impressione di non avere fatto l'iscrizione ecc. ecc. ecc., che io so con certezza che ho pagato i 25 euro ecc ecc ecc, ma era giugno e adesso ecc ecc ecc, e siccome non trovo il foglio ecc ecc ecc, che sa ho un periodo un po' turbolento che sa ecc ecc ecc-

Quella mi guarda, le si avvicina anche il bidello alto un metro e mezzo, e man mano che io parlo mi si affiancano le brave mamme, quelle che hanno i figli che vanno in prima e che sono state convocate per la riunione, mi sento circondata, ma a bidella non mi da alcuna spiegazione per questo io vado a ruota libera, la borsa mi pesa e mi scivola un poco dalla spalla destra, la tiro su con un colpetto, fingo di non vedere lo sguardo divertito della bidella e del bidello, guardiani della scuola a 1200 euro al mese, I suppose, più tredicesime, quattordicesime, ferie pagate, permessi e malattie, pensione, ma che vita del cazzo però fare il bidello, penso tra me e me, ma sorrido, che in effetti non ci si dimentica di iscrivere la propria figlia alle seconda media, una brava madre non lo farebbe mai.

-ah , ma sa, qui è solo la scuola, lei deve andare nella sede del quarto comprensorio scolastico, hanno tutto lì.-

Fanculo, penso io, mi tocca raccontare la stessa pappardella tutta dall'inizio, in un altro edificio dopo aver già dato spettacolo qui, ma ringrazio e vado. Fendo le brave mamme passando attraverso loro che si allargano per farmi passare, percorro il corridoio, cerco le chiavi nella borsa, ficco la borsa nel cestino, apro il lucchetto e richiudo il lucchetto, accendo il motorino e inizia a piovere, fanculo devo per forza andare a vedere se Figlia è iscritta o no, monto e pedalo verso la sede del quarto comprensorio. Arrivo, scendo, apro la catena e lego la catena, tolgo la chiave dal motorino, piove, copro con la plastica gialla il sellino ed entro.

la segreteria apre alle 11.00, il cartello è grande e perentorio, ma ionon ho tempo ed entro, busso e spalanco la porta e mi trovo davanti una cicciona a cui rifaccio tutta la stessa tiritera con qualche piccola variante:

- Ehm Buon giorno, lei NON mi conosce sono la mamma di Figlio e adesso anche di Figlia, ho come l'impressione di non avere fatto l'iscrizione ecc. ecc. ecc., che io so con certezza che ho pagato i 25 euro ecc ecc ecc, ma era giugno e adesso ecc ecc ecc, e siccome non trovo il foglio ecc ecc ecc, che sa ho un periodo un po' turbolento che sa ecc ecc ecc. mi dia un bollettino che ripago l'iscrizione e facciamola finita.

Mi guarda la grassona, e l'impressione è che lei non sia una brava mamma come le altre, ma una mamma come me. Mi da il modulo, mi fa scrivere che ho pagato a tempo debito, mi fa firmare, e si dimostra comprensiva senza sghignazzare. In effetti adesso Figlia è iscritta, ringrazio esco, apro la catena, piove, non trovo le chiavi, frugo nella borsa, torno indietro, guardo per terra,sono le 9 e un quarto, vuoto la borsa su una sedia sotto il portico, entra una brava madre che mi guarda altezzosa, cerco la chiave e non la trovo, torno indietro in segreteria, stesso cartello che indica le ore 11.00, busso, apro, entro, scusi mica che ho mollato qui le chiavi?- niente da fare, ritorno indietro, e le trovo, per terra a fianco della bicicletta, piove a dirotto, fanculo, vado dal mio Lavoro Benedetto, qualcosa intanto di buono l'ho fatto, pedalo sotto la pioggia, ho i pantaloni bagnati, il corpo no perché ho un impermeabile nuovo, apro il portone, parcheggio, chiudo, aggiro l'edificio, suono il campanello, mi aprono, ho i pantaloni completamente bagnati adesso come faccio, fanculo, penso signora mia, fanculo, lavoro in mezzo agli stracci tutto il giorno, no scusi, sì volevo dire i vestiti, e vado nel mio studio, prendo dal campionario un paio di leggins della tedesca e me li infilo, sarà pure una 40 ma io ci sono entrata lo stesso, che certo non sto con i pantaloni bagnati, mi avvicino alla scrivania, accendo il computer e la radio e la stampante e la calcolatrice tutto insieme, il solito sospiro atteso, e intanto apro la posta e guardo di sfuggita l'ora mentre il cellulare squilla e la Zarina mi chiama: sono le 9 e 40, vorrei vivere la vita e non la letteratura, vorrei avere lo spazio per respirare, masticare, chiedermi che fare, e magari fare anche un enorme rutto, così, tanto per fare qualcosa di fuori dagli schemi e senza alcuno scopo, un enorme rutto.

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