La Femmine Alfa - parte uno

Sa, signora mia, vivo di una mia vita interiore molto intensa, a parziale compensazione di una vita attiva piena di senza ma comunque attiva, e quindi lei non deve stupirsi se io scrivo qui le mie poesie, e non deve nemmeno chiedersi di chi sarà mai la mappa delle stelle di cui alla poesia nel precedente post, perché io so che lei lo conosce, che credo di avergliene già parlato ma è un puro pensiero quello che ho fatto e da cui è scaturito il testo, che io ho deciso che in effetti con gli uomini non ci so fare, non li capisco, faccio cose che evidentemente li spaventano, e quindi mi sa che sospendo il gioco e me ne vivo come la metà di niente, che mi pare sempre molto meno faticoso che essere la metà di qualcosa che non mi vuole.

In questo mio chiacchierare vago, mi domando come mai una come lei non lavora in un posto glamour come il mio, dove io invece sono veramente fuori posto, sempre così di corsa, fuori taglia, scarmigliata, a tratti trascurata, sempre così ostinatamente al mio tavolo di lavoro anche se il rene fa male e la schiena morde la spina dorsale. Mentre dove lavoro io sono sempre tutte come lei, signora mia, ben truccate, vestite con accuratezza, che il primo giorno in cui è venuto fuori il caldo, improvviso, che la mattina era fresco e a mezzogiorno c'erano già 28 gradi, tutte erano con gli infradito gioiello ai piedi, le unghie smaltate di rosso cupo, la pelle lisciata da olio abbondante, i calletti sterminati, i piedi abbronzati, tutte con una nonchalance inimmaginalbile mentre io ancora guardavo fuori dalla finestra e stupivo del caldo che faceva, e invece loro si erano già preparate, che è capace che fossero settimane che camminassero con le scarpe gioiello di Maliparmi in borsa (tomaie piatte, dritte e lisce senza alcun riguardo per l'anatomia del piede, così morbido e pieno di avvallamenti, sagomate a forma di piede nei contorni, legate da lievi stringhe di cuoio verde tempestato di brillanti svarosky, allacciate alla caviglia con piccolissime fibbie dorate, 200 euro il modello base, 280 quello più bello perché ha una rosa di gemme incastonata tra l'alluce e le altre dita, e poi a salire nel prezzo) e loro che camminavano lievi sui loro sandaletti leggeri mentre io ancora trapestavo sulla tastiera e veramente tutto sto glamour non fa per me anche se mi piace molto, ma forse anche questo devo imparare ed è per questo che mi studio le Femmine Alfa, che sono un esempio straordinario di come sono le donne giovani adesso, quelle che fanno carriera, o credono di averla fatta, o sono sicure che la faranno.

Così, dal mio osservare come appaiono da lontano, le Femmine Alfa, per loro natura, non sono mai le titolari di un'azienda, ma sempre e solo dipendenti. E questo, che detto così può sembrarle una critica, è invece indice di grande intelligenza: infatti una Femmina Alfa messa al potere di una azienda propria (o un ufficio proprio, o un qualcosa che debba gestire lei in autonomia) subisce una mutazione genetica quasi, e da Femmina Alfa diventa Strega Cattiva. Così tratta male le persone che le sono sottoposte, non si fida di chi dovrebbe, diventa ossequiosa nei confronti dei potenti, non riconosce il merito a chi lo avrebbe, tende, e generalmente ci riesce, a soffocare qualunque impeto di autonomia degli altri, ritenendo che sia un attacco personale alla propria persona.

Sa, signora mia, io non so se lei ha mai lavorato da qualche parte, ma mi riesce difficile pensare che lei abbia potuto reggere l'impeto di una Strega Cattiva, lottando almeno per la sopravvivenza, no, per fortuna a lei non è successo, si vede dalle sue mani e dalla totale assenza di rughe tra le sopraciglia. Si chiamano le rughe del leone, ma in realtà sono quelle dovute allo sforzo intenso di capire perché ci sono al mondo le Streghe Cattive e soprattutto, come hanno fatto a trasformarsi così. La Strega Malvagia con cui ho lavorato io, mi hanno detto che è fallita: era bionda, magra ed elegante, aveva le caviglie sottili e aveva un amore odio nei miei confronti. Quando mi sono accorta che barava me ne sono andata. Da lì, da quella mia azione di ribellione contro le cose giuste e sagge, è nata poi la mia nuova vita. Perché una Femmina Alfa sa esattamente quali sono le cose giuste e sagge da fare.

In ogni caso, le dicevo come appunto la prima caratteristica di una Femmina Alfa sia quella di avere il potere e non saperlo usare: meglio per loro avere il potere e non la responsabilità totale, che le rende così libere dall'affrontare i propri errori potendone scaricare una parte sul proprio datore di lavoro, il Maschio Alfa, appunto. A parte il fatto che le Femmine Alfa non sbagliano mai, e se lo fanno, è solo perché sono state ingannate. Ma in questo mi ricordano tanto la Zarina, e anzi adesso mi sa che la devo lasciare, mi chiamano e mi vogliono, e lei mi sorride, sempre composta lei, che mi guarda e un po' mi capisce e un po' mi compatisce, che io so che quello che le passa per la mente è che lei vorrebbe aiutarmi ma non sa come fare, che io sembro così forte e sicura, e rido in maniera così sfacciata, e sono così maschia, così autosufficiente, così in grado di sostenere il mondo eppure...

Eppure ora vado, mi alzo piano dal divano, metto le mani sui fianchi, all'altezza dei reni e inarco un po' la schiena: non si dovrebbe fare, lo so. Mai offrire il bacino in avanti, nemmeno se si sta male.

Ah, povero Carro mio.

Cosa c'entra il Carro? Nulla, nulla, mi è solo scappato così. Grazie, ora vado, domani le porto un pezzo della mia torta, no, non mi trattenga oltre, a volte vorrei morire e penso che non ce la farò mai a sopravvivere. Mi chiamano al telefono, mi perdoni devo andare. Grazie comunque, le voglio bene, e io so che lei lo sa.

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