Il furto della bici e le stronze in genere

Ah, signora mia, senta senta, posso sfogarmi? sì? Ne ho da raccontare che mi sono stufata di tacere, posso, sì? posso? AH lei si alza un attimo, sì, certo, vada pure, la telefonata se la deve fare la faccia pure, nel frattempo io preparo una cosa, no niente, due righe così, più dette che scritte, uno sfogo in silenzio ma pur sempre uno sfogo, che sa, mi hanno rubato la bicicletta oggi, eh che vuole, sì ho fatto la denuncia eh sì, vedremo, devo decidere cosa fare, sì vada vada, io mi siedo qui e rifletto ad alta voce.


Mia cara signora,
la vedo che viene qui, si siede e ascolta, mi guarda negli occhi e vede la mia vita eroica, lei che è sterile, dal momento che non ha figli e secondo me mai li avrà, perché lei è sterile di cuore, signora mia, prima ancora che nelle viscere.
Lei, che vive ancora con i genitori, e non c'è nulla di male sa, ma nel suo caso credo proprio sia indice di incapacità di vivere e di donare.
Lei che si compra le scarpe da Maliparmi e poi si lamenta di avere un posto da precaria nella scuola, ma altro non fa, che tanto lei quando è ben vestita, pettinata, con le unghie curate e le cuticole ammorbidite, lei è a posto.
C'è chi l'ha vista, signora mia, lei e il suo sguardo spento nonostante l'età, una vita spesa come se lei avesse sempre avuto 75 anni, fosse stata di salute cagionevole e affaticarsi significasse ammalarsi. Lei è triste, signora mia. La sensazione è che lei renda un po' tristi anche quelli che le stanno vicino (ma probabilmente mi sbaglio).

Secondo me, lei signora mia, non ha la più pallida idea di cosa sia un orgasmo, di cosa voglia dire farsi prendere di peso mentre la gonna viene sollevata sopra i fianchi, e si viene posate sul piano liscio e freddo della lavatrice, cercando con i piedi un appoggio per prendere quell'uomo dentro di sé, e tramite lui arrivare fino là in fondo dove le parole mancano, e il respiro è odore, e dove non è mai abbastanza, e dove si perde il senso del tempo mentre la luce calda tiene lontano il freddo dell'inverno e porta la semina per la primavera futura.
Mi sono sbagliata? Non credo: era tutto vero.

Lei ha fatto cose in questi anni, certamente, sempre misurate, sempre giuste, lo so: lei ha aspettato con pazienza, non ha chiesto nulla apparentemente, che io so che lei è di stirpe diversa rispetto alla masnada di donne che chiedono, nell'immediato ottengono, a lungo pèrdono (e poi piangono e si lamentato). No, lei non è così, lo so: e lo so d'istinto signora mia, che io conosco le donne e conosco anche gli uomini, e lei non è mica una donna così speciale come crede di essere lei. Lei è riconoscibile, signora mia, riconoscibile, se ne renda conto. Per questo si è sconvolta per le mie parole, perché così hanno colto ne segno, là dove lei stessa non osava andare, nel suo camminare quieto. Ma sa, le dirò francamente: chi non paga non pretende. Nel suo misurare il dare e l'avere, l'oggi e il domani, lei si è seduta, non ha mai preteso e ciò le ha dato la scusa per non dare: un mix micidiale che ha fatto fanni incalcolabili in lei e non solo.

Io non so nulla di lei, signora mia, nulla mi creda, ma solo l'ho vista di sfuggita, e ho capito che lei non ha capito, e mi è anceh dispiaciuto per lei, per la sua incapacità di costruire qualcosa, e in questo debbo dirle, è in buona compagnia, perché io anche non riesco a costruire nulla.
Tra l'altro proprio oggi mi hanno rubato la mia amata bicicletta: è un dolore che si è trasformato subito in gelo e piombo delle viscere, che il cuore, lei lo sa, non c'è già più.

L'hanno vista signora mia, hanno visto lei e il suo sguardo, e quello che io avevo definito freddo lo hanno chiamato cattivo, così ha detto Ladonnachefa Accaderelecose: quella? con quello sguardo cattivo? Mah.
Sove io dicevo ''guarda che bella che è'' lei diceva '' ha uno sguardo cattivo'' Mah.
Già, mah.
Lei e lo sguardo che si è ostinato a leggere, scrutare, (chissà se è riuscita a capire qualcosa), come se io fossi una deficiente e non mascherassi per bene le cose che dico e che scrivo: lei mi sottovaluta, signora mia, che a me il dolore mi ha reso acuta, ma a lei il suo dolore non deve renderla stolta.

Sappia che sì, ho progetti in atto, lì dove lei invece ha un vuoto: ho una barca che è partita per il Nuovo Mondo, in un progetto così assurdo e azzardato che quando l'ho raccontato a persona fidata mi ha detto:- Superkoars, sei pazza, beata te che sei pazza, talmente pazza che magari ce la fai...- E sa, a sostenermi in questa impresa dal costo vivo di mille euro mille (parecchie le dirò, parecchie per me) ci sono persone che lavorano con me e per me, a me fanno riferimento, con me condividono le fatiche e irschi e i dubbi. Certezze non ce ne sono, se non il credere in un sogno possibile.

(il pensiero della mia bicicletta, presa a forza in un pomeriggio d'estate, sotto il sole che batteva nel portico, mentre io lavoravo e riempivo la mia giornata, nemmeno mi assale, è lì presente, costante menter le scrivo, un flusso lieve che va verso la mia bicicletta verde, la sua pedalata assistita, il cestino nuovo con il doppiofondo, la mia testardaggine che quella volta avevo detto al Talebano: no, voglio questa, la voglio. E tanto ero stata determinata che lui aveva smesso di mostrarmi quanto bella era l'altra e quella mi aveva comprato, felice anche lui perché felice ero io, 900 euro di felicità da moltiplicare per due e sono passati gli anni, e il mio pensiero scorre lì a un pomeriggio estivo, le immagini si accavallano, fa caldo, la mia bicicletta era verde).

Ci sono progetti che riguardano altre persone oltre a me: ho visto A.R., il suo sito, il suo mondo che si è evoluto, lui chiuso nella sua mansarda ''non posso uscire da qui'' - sì che puoi- ''dici?'' - sì, ti aiuto io-; e io so che se lui mi da tempo io ci riesco a tirarlo fuori da lì, perdio se ci riesco.
Ho un progetto in cantiere con il Dottore: ha bisogno di tempo, e io tempo gli do.
Ho progetti di tipo diverso con il Magnete Gigante: in qualche modo ne vedrò i frutti.
E non è finita.

QUante cose, signora mia, così tante che io so che lei mi ammira, lei vorrebbe essere me, avere la capacità che ho io, lo so. Lei in fondo avrebbe voluto che la vita ci avesse messe in condizione di essere amiche: adesso lei lo pensa, ma in realtà è impossibile. Ce ne sono a milioni di donne come me fuori dal mondo in cui lei vive, dal quale non mette fuori il suo bel nasino dalla pelle liscia, con i capelli scuri che le accarezzano la mascella dritta ma non troppo. Ce ne sono a milioni di donne come me: sarebbe bastato che lei ci provasse a osare, a vivere. Ah ma certo, si sarebbe anche sporcata, certo. Le donne come me sporcano ( e quando scopano, cara mia, si fanno rovesciare sul tavolo di legno lucido, allungano le braccia cercando di prendere il mondo e invece fanno cascare bottiglie, matite, piatti, un turbinare di cocci e bicchieri che sbatacchiano, e un ridere forte, grande, contagioso, in due -Oddio la bottiglia!!!- e lui che la sposta la bottiglia con gesto veloce che tanto il resto chissenefrega, e uno sguardo ripristina lo smarrimento, riporta la risata, fa risprofondare giù, mentre il legno sostiene la schiena, la testa si incunea tra oggetti, gli sguardi si inchiodano per l'eternità, sì, per l'eternità, fanno così le donne come me, non solo, ma poi nemmeno puliscono).

Lei mi fa pena, signora mia, mi fa pena.
Se io non avessi le mie amiche io non sarei qui, non so se lei lo sa.
Se lui avesse raccontato le confidenze che mi sono sfuggite di bocca, io sarei morta, non so se lei lo sa.
La cosa giusta da fare sarebbe adesso che io tacessi, non le dicessi le cose che penso, non le mettessi nel blog.
Ma il fatto è uno solo: questo è il mio blog e io ne faccio quello che voglio.

Mi hanno rubato la bicicletta, che mi dava gioia, mi spingeva veloce su per il cavalcavia, mi seguiva docile nelle curve e nelle svirgolate, frenava pronta ogni volta che lo chiedevo: le hanno strappato la catena e me l'hanno portata via. Succede. Aveva un cestino nuovo, con il doppio fondo, dove mettevo le verdure e la frutta che compravo al mercato, e aveva lo specchietto retrovisore, e il fanalino elettrico per l'inverno. Io odio le catene.

Lei oggi mi da l'orticaria, come me la dà quella che si è scopata mio marito mentre era a pranzo alla mia tavola, e le mamme bene della Vendramini che ancora fanno ostracismo nei confronti di Figlia: mi date l'orticaria e mi procurate un vago senso di nausea.
Meno male che siete 3 stronze in un mare di gente per bene.

Non sono tutti ladri al mondo, nè tutti traditori, nè tutti incapaci di amare.

( e stia contenta: le ho dato un motivo in più per dire in giro che sono una stronza)

Commenti

Post più popolari