Massaggi e Nevrosi


UN’ORA TUTTA PER ME


Devo dirlo. Non mi piace entrare nella casa di un uomo che non conosco e che vive da solo.
Non mi piace. Mi porta indietro nel tempo che non è più mio, nel mondo dei racconti di Cappuccetto Rosso e del lupo cattivo. Non mi piace. Inoltre di giorno, senza nemmeno aver bevuto un po’, senza aver la coscienza leggermente annebbiata da un buon bicchiere di Cartizze, due chiacchiere amabili e un buon cibo.
Figurati quando vai nella casa di un uomo che vive da solo e ci vai di tua spontanea volontà per farti fare un massaggio.
Ci vuole un bel coraggio, ve lo dico io.
Eppure entri lo stesso in casa. Ma la casa è in ordine, le stanze sono spaziose e luminose, tutto sembra sereno. Soprattutto il tuo ospite è sereno; sorride e ti indica la camera per i massaggi.
E tu entri.
Varchi in realtà la soglia tra ciò che è la vita normale e un posto senza tempo. L’ambiente è in penombra, ma i muri arancione tenue avvolgono e non pesano. Due sono le candele accese. Lo specchio riflette il mio viso: sono un po’ tesa, ma è la vita che mi distrugge, questa è la verità. Per questo sono entrata qua. Già mi pare di sentirmi meglio. Il lettino è confortevole, tutto è pulito, calmo, accogliente. L’ospite ti fa entrare, posa sul lettino un paio di slip, con calma spiega cosa devi fare: mi devo cambiare e sdraiare a pancia in giù sul lettino, lì la testa qui i piedi. Lui intanto va a cambiarsi.
Beh, quante volte mi sono spogliata nella mia vita. Dai dottori, per esempio. Si giri e si spogli. Si sieda. Stia calma. ( come cazzo faccio a essere calma che sono sdraiata mezza nuda con le gambe appense a dei ferri e tutto il mio intimo esposto all’aria?)
Dall’estetista anche (ma sai com’è l’estetista, di solito ha 20 anni, tutte le estetiste hanno circa 20 anni, con quel loro sguardo critico sulla cellulite delle cosce, sulle smagliature della pancia, sul seno non più giovane – insomma, non ho mica 20 anni ormai, ne ho più di 40!, e lei che ti guarda dall’alto dei suoi 20 anni e dice: -signora, dovrebbe volersi più bene- e tu vorresti andare via, dirle un mucchio di cose brutte in faccia, ma in fondo sai che ha ragione, e ti spogli e metti il tuo corpo flaccido di mamma ultraquarantenne nelle mani di una stupida soda estetista ventenne).
Sai quante volte mi sono spogliata in vita mia…
Mi spoglio e mi guardo intorno.
Non è una stanza. Piuttosto sembra un nido. Mi sdraio a pancia in giù, anche se non mi va tanto.
Ma forse è il male minore.
A pancia in giù sei un po’ in balia del mondo. Proteggi la pancia e il viso, ma esponi la schiena e non puoi difenderti. Ma almeno non vedi la sua faccia mentre entra, e soprattutto l’occhiata che ti da’.
Ok, vabene a pancia in giù. Tanto ormai.
Per fortuna entra subito.
Ci vuole coraggio, per stare sdraiate con tutte le cicce all’aria sul lettino di uno sconosciuto che tra poco ti farà un massaggio.
Incrocio le braccia sopra le spalle e ci poso sopra il capo. Non voglio pensare a nulla. Non so come ho fatto, ma certo è che ho visto che ha una t-shirt bianca e un paio di pantaloni morbidi blu.
Senti che armeggia un po’: vorresti avere gli occhi anche sul collo, invece ti affidi ai rumori e tenti di riconoscerne qualcuno, ma lui parla, e dice che sta mettendo su la musica.
Il tuo ospite ti chiede che musica vuoi.
Noooo, ma come, sono qua, completamente nuda, non ti conosco, stai per mettermi le mani addosso, per quanto con ottime intenzioni, ma sempre le mani addosso, e cosa vuoi che mi importi della musica…basta che non metti Eminen, o rock duro, o …che cavolo…
Non fai a tempo a rispondere che parte la musica. E` Deva Premal, li conosci, un mantra indiano che ti piace molto ma non ascolti ormai da parecchio.
Dico, sì mi piace, questo lo conosco, e lui risponde che se voglio ne ha altri, ha la musica classica…
No, non ci siamo capiti. Se voglio ascoltare della musica ho il mio ipod, lo stereo a casa, e la radio in macchina. Mi hai chiesto se mi piace, ti ho detto sì, io continuo ad essere nuda come un verme su un lettino e tu mi fai domande sulla musica? Mi viene un po’ di agitazione.
Sono cretina, lo so che sono cretina, ma sono un po’ in ansia. Non dico nulla di ciò che penso. Esce solo un pallido: no, va bene così.
Lui parla un po’ della musica, lascia i Deva Premal, aggiusta il volume e poi si volta a cercare l’olio.
Io vedo di sottecchi (ma davvero forse ho gli occhi anche sul collo perchè da così non dovrei vedere nulla) ma vedo che lui si china un po’ sul tavolino dove ci sono decine di bottiglie con l’olio. – quale vuoi? , mi domanda mentre con lo sguardo attento ne solleva un paio e ne legge mentalmente le etichette.
No, no, no. Non ci siamo capiti. Mi appoggio sui gomiti, alzo la testa, mi volto leggermente, vedo l’infilata (nemmeno lunghissima) del mio fianco nudo, le coulotte de cheval che strabordano, e checcavolo, non lo so, non lo so, non vedi che sono grassa e nuda sul tuo lettino, non vedi che non ti conosco, che vuoi che mi importi adesso di che tipo di olio? Anche quello da cucina va bene. Non farmi domande, non farmi domande mai più. Lascio cadere la testa sul cuscinetto.
Tutti intorno a me fanno damande: quando vieni? Quando torni? Quanto ci metti? Che mangiamo? Che facciamo? Vai a fare tu la spesa? Quando partiamo? Hai chiamato la scuola? Quando ci separiamo? Chi glielo dice ai bambini?
Ride sommesso il mio ospite. Si muove a suo agio nel nido arancione pallido, prende l’olio che vuole lui, quello al rosmarino e si volta verso di me e oddio, e adesso?
Ho i coglioni girati, sono una nevrotica con i coglioni girati, mi viene in mente quella merda di mio marito che ieri mattina mi ha detto che sono ingrassata come mia madre, che dovremo andare dall’avvocato per la separazione, e penso che in fondo che cazzo ci faccio io qui che ho tanti di quei casini che….
Sento una mano che si posa lieve sulla base del collo, e il mio ospite che dice: fai un bel respiro profondo…
Io respiro, E` un’ora tutta per me.
-ancora, dai, ancora un bel respiro profondo…
Lo faccio, un secondo bel respiro profondo ( o è il terzo? Il quarto forse?). Sento il profumo del rosmarino che mi penetra nelle narici. Poi sento le mani che prendono i piedi e li toccano. Poi le mani si fermano, tengono i miei piedi in mano e il mio ospite parla e mi dice:
- adesso io massaggio e tu ti concentri, ti rilassi e pensi solo ai muscoli che man mano io tocco. Fammi un altro ben respiro profondo, dai…
io respiro, un respiro profondo che mi vuota il cervello. Faccio come mi ha detto di fare. Entro dentro il mio corpo, scavo nell’involucro buio e arrivo fino ai miei piedi, da dentro. Sento le mani che premono leggere, il sangue fluisce, mi sembrava che fosse bloccato e invece adesso tutto riprende il movimento, i muscoli delle gambe mi sembrano lunghi, visti da dentro li posso sentire due volte, sono i miei muscoli delle gambe sollecitati dall’esterno e spiati dall’interno.
Una sinergia che mi meraviglia, un abbandono che riguarda me stessa con me stessa.
In effetti non c’è più nessuno vicino a me, e io non sono in una stanza.
Sono in un nido, prendo il tempo tutto per me, sento il mio corpo vivo che si muove, che risponde alle pressioni, che illumina le fasce muscolari lunghe, che riattiva la circolazione là dove prima stentava. Sento che il mio corpo si riprende il suo spazio, quello negato per tanto tempo, soffocato dalle mie corse e dalle cose da fare “assolutamente”.
E` un’ora tutta per me.
E quando il massaggio finisce, perchè tutto è stato messo in moto nel mio corpo fisico, e soprattutto tutto nel mio cervello è stato spento, e adesso riprende il suo movimento ma lentamente, adesso apro gli occhi e mi risveglio.
Mi rendo conto che mi sono ripresa il mio corpo. In quest’ora tutta mia ho perso i pensieri e mi sono ripresa il mio corpo.
Il mio sei di denari, al diritto. L'arcano XIIII.
Accidenti, penso, che guaio.
Mi tocca ritornare!

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