Proseguo.
Non si capisce perché, davvero non si capisce perché, ma ci sono dei momenti in cui ancora rotoleresti per terra, che ti senti un gran colpo alla pancia e manca il respiro e ancora l'anima ti viene risucchiata e sale sale lungo la colonna vertebrale fino alla testa, svuotando le viscere di ogni resistenza possibile.
Ero con Figlia oggi, in centro per il primo giorno di saldi: avevamo fatto la nostra lista io e lei e nell'elenco c'erano soprattutto le cose per me.
- allora, mi serve: un paio di scarpe invernali... poooi...
E Figlia memorizzava attenta le cose aprendo le dita della mano, e ascoltando la lista in cui non c'erano cose per lei. Io aspettavo che brontolasse ma invece niente. La mia lista le piaceva.
- ti aiuto io mamma, a comprare le scarpe, che tu ti prendi delle schifezze che nemmeno le suore...
- mi serve poi il calendario, e una coperta, e il porta asciugamani per il bagno... a quanto siamo?
- 4 cose, mamma, siamo a 4 cose.
Così abbiamo camminato in centro, dove era tutto un "Oddio mamma guarda guarda!" e un trascinarla via dalle vetrine. Dentro e fuori i negozi, io e lei. Intanto intorno una montagna di coppie, che io li guardo perché mi devo rendere conto che esistono le coppie, non è un'invenzione mia. Esistono e se ne vanno tenendosi per mano, a volte si baciano, e insieme guardano gli oggetti e decidono l'acquisto. Esistono, le coppie esistono. Di tutte le età. Quand'è stata l'ultima volta che ho camminato come una coppia? Già, quando? Una vita fa, quando J mi prendeva e mi teneva stretta, girava il braccio attorno ai miei fianchi e mi portava in giro così. Oppure reggeva la mia bicicletta, io avevo la giacchina di piquet bianco, il sole batteva forte e io volavo, che già allora era da una vita che nessuno mi prendeva sotto braccio e aveva il piacere di camminare con me. Quando mi aveva detto, mentre mi teneva stretta per un braccio, - Voglio prestarti dei soldi, ti devi liberare, voglio darti 5 mila euro, poi me li restituirai- e io ero rimasta muta così a lungo che lui mi aveva persino chiesto scusa. Mi pare così lontano che penso di essermelo addirittura inventato: nessuno crede mai alla verità. Non li ho mai voluti quei soldi, come non ho mai voluto le pietre preziose, ma i motivi del rifiuto erano diversi, e io lo sapevo bene. Certe volte la vita si ripresenta in forme diverse forse oslo perché ci sono cose ancora da spiegare.
Guardo con attenzione le coppie, cercando di sfuggire alla morsa di Figlia che mi chiama in continuazione: - mamma, guarda!
Le coppie mica sono di adolescenti. Le donne hanno l'ombretto che s'infila nelle pieghe delle palpebre. Hanno spesso le guance un po'cascanti, le rughe intorno alla bocca. Non direi che sono belle. Eppure camminano tenendo per mano un uomo, che è chiaramente con loro. Con lui decidono cosa comprare. Di solito vedo che lui le segue, annuisce, prova a dirigere un attimo la scelta, propone un cambio di colore, poi vedo che lui va alla cassa e paga. Lei in coda con tutti i vestiti sulle braccia, lui di fianco con il portafoglio in mano.
- Mamma, guarda!
Ovunque mi volto vedo coppie: lei si pavoneggia con uno scialle, lui ride e le dice:
- mi piace , dai che se ti piace te lo prendo!
eppure lei non è bella: è ben vestita, certamente, ha i capelli curati, il cappotto chiaro con una gran sciarpa arrotolata al collo, le gambe magre gli stivali alti, la borsetta di Vuitton, la "never full" come mi hanno insegnato mentre ero a Milano (che imparo in fretta io, e ho riconosciuto che questa è probabilmente vera, perché ho fiondato lo sguardo sulle cuciture, ho visto la larghezza del manico, ho notato i rivetti dorati, che non so fare io ma so imparare in fretta)
- mamma, guarda!
Insomma, sono tutti in coppia: lo sono anche io, che ho Figlia qui con cui mi diverto e che veramente mi aiuta nell'acquisto delle cose di cui ho bisogno. Usciamo dalla Rinascente ed entriamo un attimo da Terranova: non si cammina, è pieno zeppo di gente che sgomita, io tocco la merce e poi guardo l'etichetta, che più vedo più imparo, più tocco e più imparo. Figlia mi guarda smarrita e mi chiede di uscire, e io la assecondo volentieri.
Dentro e fuori, a guardare le vetrine, a fingere di programmare acquisti futuri, a riempirci di immagini di cose belle: ho bisogno di cose belle, ho bisogno di cose facili, ho bisogno di cose comode, durature, non posticce né provvisorie.
Non voglio più limitare le mie scelte: devo aumentare i miei introiti. Bellissimo. Questa è un'idea bellissima, una spinta al fare al costruire. A lui sarebbe piaciuta. Magari me l'ha insegnata lui, che tante cose uno le impara solo stando vicino agli altri, senza accorgersene, e chissà se io gli ho insegnato qualche cosa. Non mi pare. Ho scritto delle lettere per lui, ho fatto un corso online per lui, ma insegnare non mi pare proprio. Gli ho fatto vedere come si cammina con un libro sulla testa, come ci si gira su se stessi e come si fa l'inchino senza farlo cadere. Ma non è certo una cosa che serve e che posso avergli insegnato. E poi, se adesso non c'è, un motivo ci sarà. Non ho nemmeno mai cucinato per lui. Mi sembra di non aver lasciato tracce, nessuna. Come aver camminato sulla battigia: quel poco di segno che uno lascia, il mare lo cancella.
- mamma guarda!
Così entriamo e compriamo le sue scarpe, con il pelo dentro, il disegno della Fiorucci fuori, e poi usciamo dal negozio ed entriamo in un altro, dove io mi provo 6 paia di scarpe e usciamo da lì con una scatola sola ma ci sembra di averne comprate tante di più. E fuori all'aria aperta per tuffarci dentro la Upim, e via a cercare le camicie da notte. Ci sono coppie anche lì, alla Upim, mariti un po' annoiati che seguono mogli un po' eccitate: mani che toccano la merce appesa e la provano. Da un camerino esce una signora giovane, con un bel vestito addosso, è sorridente, si liscia il vestito mentre si guarda allo specchio e lui annoiato distoglie lo sguardo. Mi viene male, sento che mi fa male: io non sono mai andata a comprare vestiti con mio marito perché quello sguardo annoiato mi ha ferito più di mille e mille parole. A lui non è mai piaciuto venire a fare cose con me.
- Mamma guarda!
Figlia arriva con un pigiama bellissimo, gli occhi che brillano, il cartellino che ondeggia con il prezzo su, le gambe del pigiama lunghe posate sulle sue, sono io che sono senza pigiami non lei, la guardo con aria seria, lei allontana da sé il pigiama per guardarlo penzolare dall'appendino e anche lei lo valuta, dà un'occhiata al prezzo e tace, pensierosa, io ho bisogno di cose belle e facili, guardo il prezzo e mi viene da ridere, 12 euro, e le dico: - ok, te lo compro.E andiamo alla cassa con le t-shirt e il pigiama per lei, e la camicia da notte per me, e lei ci infila anche uno orribile smalto per le unghie viola, che io prendo e pago senza proferire parola, voglio cose facili, voglio entusiasmo, felicità, e lei mi guarda e dice:
- Oh, mamma, ma lo smalto? Me lo compri lo stesso?
Sì, te lo compro lo stesso, odio le bambine con lo smalto, quello viola scuro poi non lo sopporto, ma mi diverto con lei oggi, siamo cariche di sacchetti, e felici saliamo le scale dell'Upim mentre un signore di una certa età si avvicina a sua moglie e la bacia sulla guancia. Ok, magari non era la moglie, non importa, lui le si avvicina e la bacia sulla guancia. Allora esiste, accidenti, esiste quell'uomo che ti si avvicina e ti bacia il viso, che io ne ho conosciuti così almeno due, e questo è il secondo.
(to be continued)
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