Single per scelta e la questione della credibilità
No adesso, mi dica lei se è possibile, che io guardi sono rimasta proprio di stucco, sa, di stucco veramente, aspetti che entro, ma che è? sono ingrassata? ah no, si è allargata la platea e quindi il divanetto si è un attimo ristretto, ah ecco, no che guardi mi ci manca solo questa, di ingrassare ancora, che pensavo ormai di avere dato una svolta anche a quello, ma mi sbagliavo ma invece ingrassare, no, non mi va. In ogni caso, fiuuuu, mi siedo, ecco, le dicevo, che io ancora sono rimasta di stucco e adesso le psiego il perchè signora mia, che insomma mi chiama il Talebano per questioni di servizio, ovvero io lo chiamo e lui non risponde, lo richiamo e non risponde, ma poi finalmente chiama lui, "sai ero in conferenza, a fare esami, e poi una conferenza e poi esami, e poi una conferenza..." insomma, le solite cose.
Io ero già abbastanza colpita di mio che la Femmina Alfa 1 mi aveva appena chiamato a cimento e io non so come ero riuscita ad evitarlo e nel frattempo facevo milioni di cose che al Lavoro Benedetto non c'è verso di stare calmi, nemmeno la domenica, si figuri l'ultima settimana di luglio. In ogni caso, aspetti, posso allungarmi? Ha visto? Sì, sì , sì, una cavigliera!!! eh lo so, è una cosa che turba l'immagine che io ho di me, me l'hanno regalata e l'ho messa pensando di toglierla subito, invece mi è stato detto che no, che fino al 30 settembre o giù di lì la dovrei tenere, che è un segno forte e che tanto più mi turba tanto più la devo tenere, e siccome noi ci si fida, allora abbiamo tenuto la cavigliera, che ne dice? le piace? sì lo so, è una roba un po' così, da campagna direbbe la Zarina che non sarebbe in grado di riconoscere i simboli nelle cose. Ma insomma, io adesso ho la cavigliera e se non le dispiace io allungo le gambe..., comunque le raccontavo che ero in ufficio e ho detto al Talebano:
- allora ti devo dare questo pacco da portare ai ragazzi, come faccio?
- vengo a prenderlo
Già lì la cosa mi aveva stupito, che non è da lui rendermi le cose facili mai, ma ormai ho imparato a non voler capire per forza il perché o il per come , e ho detto:
-ok allora, vieni qui sotto, mi fai uno squillo e io scendo.
e lui: - ma posso arrivare con la macchina fin lì?
- sì, certo, se ti dico che ti aspetto giù...
e lui: - beh ma , insomma lì al negozio, come ci arrivo con la macchina?
- dai su, che la strada la sai, prendi la circonvallazione e arrivi, a parte il fatto che io non so da dove vieni...
e lui:- sì, ma allora arrivo e arrivo fin lì sotto?
- sì, ti ho detto che mi dai uno squillo, io scendo e ti do il pacchetto.
e lui:- ah ok, non sono mai arrivato lì con la macchina, allora arrivo, _parcheggio_ e poi vengo a piedi.
Io, signora mia, volevo urlare, a quel punto stavo per perdere le staffe, ma ho chiamato a raccolta tutte le mie forze e gli ho detto:
- insomma, cazzo, se ti dico che puoi venire fin qua sotto, vuol dire che non ti faccio prendere la multa, o no???
e lui:- ok, ok, ma come sei nervosa... tra 12 minuti, forse 13, solo lì.
e io se avessi avuto un coltello in mano e lui davanti penso che lo avrei ucciso. Invece no, che tanto avevo il telefono che squillava, la posta che lampeggiava, la stampante bloccata, il sole che batteva sulla schiena che la tenda è caduta quando io non c'ero, 1000 euro sul conto in banca, e in fondo quello non era più mio marito e quindi nemmeno un mio problema e io avevo mille cose da fare, mi avrebbe chiamato entro 12 minuti, lo sapevo, forse 13.
Infatti mi chiama, io prendo il pacchetto, le chiavi dell'ufficio e scendo. Ormai è quasi l'una, il portico è deserto, il sole picchia ma l'aria è fresca. Non ho portato gli occhiali da sole, così mi riparo dalla vista e lo vedo mentre stupito si guarda intonro per vedere se ci sono dei cartelli con il divieto di parcheggio: echeafigadesosorea, sboldra, NON CI SONO. Ma io faccio finta di niente, che la vita score veloce e il pensiero molto di più, quindi attraverso il portico e arrivo alla macchina (l'audi, e io la odio l'audi, che si sappia signora mia, una macchina con il logo dell'audi mi da il voltastomaco, 4 stupidi cerchi uno dietro l'altro, che razza di simbolo sono mai, l'Audi mi fa schifo con quell'allure di perbenismo, nè troppo nè poco, aggressiva con le 4 ruote motrici ma tutto sommato da città, che schifo che mi fa l'Audi), e mi avvicno lo saluto con buona grazia, la luce riverbera sul selciato e lui temporeggia, apre il bagagliaio, intanto io parlo, dico di Figlio di Figlia, vorrei capire che piani ha, che loro sono lì che aspettano di sapere che faranno loro ad agosto, e lui mi sente parlare ma non mi ascolta, finge e mi dice, sì hai ragione, mi guarda, che io ho in mano le chiavi dell'ufficio, la maglietta bianca che contrasta con l'abbronzatura, una testa che sarebbe ora che andassi dal parrucchiere, ma non a fine luglio, ci andrò a fine agosto, così, per riprendere la stagione che poi nel frattempo arirva lo stipendio, e lui mi chiede, con la mano posata sul bagagliaio aperto in una posa plastica che non è male ed evidentemente gli dà il respiro giusto per formulare la domanda che gli frulla nel cervello Dio solo sa da quanto:
- e noi..., ehm noi... quando parliamo?
- che cosa hai combinato? che mi devi raccontare?
è immediata la mia risposta, così veloce che lui prende fiato, abbassa il portellone del bagagliaio, si passa le mani pulendole una sull'altra, sorride e mi guarda, inclina il capo e dice:
- niente, no no, niente, è che volevo sapere... insomma, volevo sapere come stai.
e insomma, signora mia, vogliamo dirlo che sono rimasta basita, che in 20 anni... e blablabla la solita solfa post mortem, ma insomma, vabeh, a quel punto avevo capito che cosa voleva sapere, ma giacchè gli era dififcile dirlo io non l'ho aiutato e ho detto:
- ah bene, io sto bene.
e lui senza guardarmi mi ha chiesto
- ah bene, sono proprio contento per te, allora vuol dire che hai un fidanzato...
e poichè io ho cominciato a ridere lui ha corretto il tiro e ha snocciolato una serie di nomi tipo compagno, moroso, affetto, insomma roba così che come vede mi agito ancora adesso e scusi? cosa? cosa cerca? uhh...per me? Uno sgabello per me? Ma guarda come è bello, che pensiero gentile, con le gambette tornite , ma questo è noce, e questa è seta, un broccato di seta per la verità, come dice? Lampasso di Arras? ah ma si vede, grazie, tolgo i sandali e poso i piedi qui, no la cavigliera mi tocca tenerla, eh che vuole, tocca... ah che bene sto con le gambe distese, allora gli dico io:
- no, guarda ti sbagli, non ho nessun fidanzato.
e a dirlo non sento nemmeno niente, che tanto ho un buco al posto del cuore, ho solo un ricordo pungente di una mappa delle stelle che nemmeno mi vede, e in ogni caso le cose stanno così, e lui mi guarda e dice:
-ah beh, sei single per scelta allora...
signora mia, single per scelta! eh, vedo che lei ride, ma che carine quelle scarpette che ha indosso, ballerine leggere che le coprono la punta delle dita dei piedi, eh, io invece ho un paio di scarpe che... va beh, ma il concetto di "single per scelta" a una come me che ragiona e vive in genere pensando in due (il famoso duale greco signora mia, se lo ricorda sì? la mia difficoltà nel capire perché c'era anceh il duale che in ogni caso nessuno mai studiava però c'era ed era mio, signora, avrei dovuto capire che era mio il duale...) mi sfuggiva e quindi ho scosso il capo e ho detto
-no, no, ma che "single per scelta"... ho finito con una storia da un pezzo e non c'è nessun altro, che a me i "one shot one kill" non interessano davvero.
Questa volta lui si è messo a ridere, un riso sincero, e ha scosso lui il capo e io ho sollevato il mio guardandolo, e lui a dire che no, non è possibile, non ci crede lui che io non ho nessuno che sai, mi ha detto, sai io dopo la nostra rottura avevo degli amici che mi dicevano che non dovevo rimettermi con una fidanzata, che dovevo essere libero, e allora ho pensato che tu adesso eri libera di fare le cose che volevi e di divertirti che è tuo diritto divertirti, e comunque se non mi vuoi dire la verità fai pure, ma tanto non ci crede nessuno, con la penuria di donne single che c'è in giro, non è possibile che nessuno si sia fatto sotto con te, che sei bellissima, e dai dimmi la verità, sei femmina non lo vedi? ma perchè non vuoi dirmi la verità? a me lo puoi dire, lo sai, e poi io in realtà ti credo, ma chiaramente una come te può essere single solo per pochi giorni, sarà questione di un paio di settimane, no? di più? davvero? ma come è possibile?
E mi ha mostrato così tutta la parte affascinante del suo essere uomo, quella parte così mite, sensibile, quel fascino nascosto di uomo pulito, quell'intelligenza pronta, i capelli lunghi e l'aria da eterno fanciullo, così rassicurante e composto anche mentre ride, un uomo liscio e misurato, una brava persona, un atteggiamento di sicurezza pacata, i passi giusti al momento giusto, che nemmeno nei momenti più tempestosi della nostra relazione ha mai perso veramente le staffe, che il Talebano ha camminato infuriato avanti e indietro quella notte, ma mai ha perso veramente le staffe, e l'ho fissato così io, colpita di vedere così nitidamente la sua parte che più mi aveva toccato quando lo avevo conosciuto, una montagna di promesse dismesse un po' alla volta, e menter lo fissavo, signora mia, lui ha fatto un impercettibile movimento in avanti, ha allungato il braccio destro e mi ha cinto la vita mentre mi sorrideva, un sorriso franco e aperto e ha cercato di farmi entrare nella spirale di un'attrazione che lui conosce bene e io ho visto il baratro, signora mia, ho rivisto il baratro, e mi è venuto in mente il dialogo di soli pochi minuti prima, così, a ritroso, (arrivo tra 12 minuti forse 13- parcheggio e vengo a piedi- ma come arrivo?- ma posso venire con la machiina?) e tutta la mia vita in rewind con lui, che lui ha non ha mai creduto alle mie parole se non alla metà di quello che dicevo, metà delle cose che io ho detto sono finite nel cesso, metà delle cose che ho fatto non le ha mai considerate, metà metà, mi ha ridotto a metà, e non ha mai creduto se non a metà delle cose che gli dicevo, per finire poi a non credere più a nulla.
E' una questione di credibilità, signora mia, il matrimonio è anche una questione di credibilità, tra le tante questioni che si affollano in un matrimonio e in una relazione. E in un soffio ho rivisto me che camminavo sotto il sole nella stessa piazza con a fianco J, intenta a discutere con foga posizioni e pensieri sapendo che lui mi ascoltava, e poi mi sono rivista in un pomeriggio di non ricordo più nemmeno la stagione, la mia rosa bianca posata sul sedile di un'automobile, e noi a passeggiare in silenzio, io e Semprequello, che io non avevo più parole da dire, mi restavano solo tutte nelle mani, le accumulavo lì menter concentravo il mio sguardo e il mio pensiero sui miei passi e nella mia testa rimbombava la sua frase - non è mica una malattia essere innamorati- e tra questo e quello solo gli estremi, signora mia, e nella mia vita o tutto o niente, e ripeto, ora c'è il niente che forse serve a fare pulizia, ma un difetto grosso da qualche parte devo avercelo e in ogni caso, mi sono divincolata dalla stretta e lui ha subito mollato la presa che lui sa quanto feroce posso essere se mi prendi controvoglia, e mi ha lasciato scivolare e il tutto non è sembrato altro che un atto fraterno di amicizia, ma io lo so che così non era e lui ha lasciato la preda, disfatto mentre io ero scandalizzata da quello che con parola antica si chiamerebe ardire, che dopo tutto quello che abbiamo passato ci prova così, e l'ho salutato e ho detto ciao, fai buon viaggio salutami i ragazzi, e lui è rimasto così, di fianco a un'Audi di merda, menter io lesta aprivo il portone dell'ufficio e mi nascondevo al buio dell'androne, e salivo le scale e entravo nel corridoio del mio Lavoro Benedetto, e davo una sbirciatina se in trincea andava tutto bene, che almeno qui ci sia stabilità e realtà, che io non posso credere che lui abbia quasi voluto abbracciarmi, ma se non credo io alla realtà che vivo, come posso pretendere che gli altri credano alle mie parole?
E' tutta una questione di credibilità, in fondo. E io non sono single per scelta.
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