L'equilibrio (che gli altri vorrebbero per me) 3-fine



Buona sera, come sta? eh sì, un gran caldo, ho acceso il ventilatore io a casa che ancora il condizionatore di notte non mi va, e allora per adesso mi trovo bene così, quindi ne ho messi due, sa, uno in camera da letto e uno nel mio studio, così mi fa girare l'aria sui piedi, mentre sto qui a chiacchierare con lei, che ahimè mi distraggono sempre, non che io abbia molte cose da dire, se non che ne ho in sospeso, ma io non capisco come mai mi trovo sempre alla fine a fare le cose, e sempre di corsa, questa musica cos'è? la sente? ah mio dio, la sagra! Zanzare, sorrisi, luci accecanti, roba da comprare fatta a mano dai bambini poveri, costicine alla brace, piatti di carta, no, grazie, il prete che cammina felice, le sedie di plastica "polimerizzata" che dirlo fa tanto "io-che-so-tutto" invece è una merdosa sedia di plastica bianca corrosa dal sole e dalle intemperie, e i bambini che scappano, e dammi una sigaretta, mamma qui mamma lì, e zumpa zumpa zumpapapa parla più forte che non si sente nulla.


- devi trovare il tuo equilibrio- mi aveva detto Gino, che era appena tornato dalle vacanze, le sue prime dell'estate. Così io, alla ricerca del mio equilibrio, avevo chiuso il computer del mio Lavoro Benedetto, e messo via le carte sulla mia scrivania nera, stanca, ma così stanca che mi veniva la nausea, che pure avevo a tratti male al fianco, un dolore sordo che a volte diventa acuto,

- sono i calcoli renali, bevi?- - certo che bevo, anche parecchio- - Allora non bevi abbastanza- - maccome, bevo un litro la mattina e uno al pomeriggio, da quando lavoro bevo sempre molta acqua- - e che acqua bevi?- - quella della boccia dell'ufficio, ho visto le caratteristiche e..- - quella dell'ufficio? ma sei matta? assolutamente no! - - no? e perché?- devi comprare la lauretana, è la migliore che ci sia- - ma come faccio?- - eh, un giorno vieni con la macchina- - non ho la macchina- - ti fai accompagnare- - ma dai... e da chi?- - da tuo papà per esempio- - eh, ma lui non ha rinnovato la patente- allora da tua mamma- -chi? ma figurati...- tu non vuoi trovare una soluzione- ma come no, io bevo- certo, ti sono venuti i calcoli renali perché bevi poco e un'acqua schifosa, devi imparare a farti aiutare, devi stare attenta e anche non devi andare in bicicletta- - seee e come faccio?- prendi il tram- - ma il tram ci mette tempo, mi tocca aspettare- - parti prima- - sì ok, ma soprattutto il rientro per pranzo, sai com'è... che i ragazzi tornano da scuola e hanno fame- - i ragazzi si preparano da mangiare da soli, ti organizzi la sera prima, cucini un sugo, un arrosto, una cosa così, poi loro devono solo scaldarla- - ma io la sera veramente faccio altre cose- - beh, ci metti in mezzo anche queste, invece di guardare la tv - - saranno due anni che non guardo la tv- - due anni che non guardi la tv? e cosa fai la sera?- - ah beh, chatto, scrivo, lavoricchio, giro per la rete a volte vado in palestra a volte a letto presto, a volte studio- - studi? - - sì- - e perché?- - perché? mi piace, per esempio ho imparato a usare una piattaforma che- - mah..-

e mi domando come mai la gente, ma solo quella che non li ha, si sente in dovere sempre di dirti che è colpa tua se hai i calcoli ai reni, che appunto non bevi abbastanza o bevi male e in ogni caso la tua vita è talmente disorganizzata che loro lo vedono lontano un miglio che sbagli in continuazione e si stupiscono di come non te ne accorga pure tu. E sa, signora mia, io ci penso anche alle cose che mi dicono le altre, che magari sa, penso che hanno pure ragione, e poi però vengo a scoprire che la loro vita tutta liscia senza alcun intoppo è frutto dell'interazione ben congeniata di madri disponibili, nonni, baby sitter, amiche, mariti, amanti, quattrini, automobili enormi, biciclette, scooter, vacanze prima di qua e poi di là, weekend al mare, in barca, in montagna, in un resort in campagna dagli amici, estetiste, parrucchiere, massaggiatrici e amiche per lo shopping e chi più ne ha più ne metta, e io non dico che loro non abbiano ragione ma almeno che non vengano a dire a me che sbaglio a bere l'acqua della boccia dell'ufficio, che io al mattino alle 8 l'altro giorno ero in piedi sulla scala a fare il buco nel muro con il mio trapano ma le punte prese a prestito dall'ufficio, che il buco non lo avevo fatto la sera prima perché avevo scritto, e non lo avevo fatto il pomeriggio di pausa perché mi ero distesa sul letto e mi ero addormentata per un'ora, e non lo avevo fatto la sera prima ancora perché ero rimasta in chat con il Magnete Rotante e con Iris e la barchetta da mandare nel Nuovo Mondo, e con Gina che aspetta Figlio in America, e le punte del trapano dovevo restituirle, e il cane portarlo giù, e la spesa farla, e la bici montarla, e la carta d'identità di Figlia ancora senza il permesso di espatrio mentre la Zarina mi chiede:- tutto a posto con i documenti?- e io - sì certo, che domande- che appunto, signora mia, la verità non la crede nessuno mentre le balle non si sa perché, reggono bene.

così il mercoledì pomeriggio torno a casa, dopo aver chiuso l'ufficio, come le dicevo, e aver pedalato nel caldo afoso, sempre la stessa strada, il Santo, via del Santo, via Zabarella e Corso del Popolo e via così per circa 15 minuti, poco più o poco meno non importa, pensando a cosa preparare per cena, ma più spesso non pensando a nulla, mentre mi decomprimo che sembra che io non faccia niente in quell'ufficio ma invece ho il cervello che è strizzato come uno straccetto, e pedalo e pedalo e arrivo a casa, infilo la chiave nella serratura elettronica del garage e quello parte, con un rumore stridente, geme e rantola, ma io sono troppo stanca per capire qualcosa, mi sento già in zona protetta, potrei affettare il prosciutto e il melone per stasera, dovrei avere anche dello stracchino e infine SDELENG il garage si blocca si srotola, un po' sale un po' scende, gli manca un equilibrio mentre io lo guardo attonita e impotente, lui cerca con ogni sforzo di rimettersi in paro, e il motorino ce la mette tutta veramente finché esausto cede, ah come lo capisco, cede e si ferma lasciandomi davanti a un garage che pare frutto di una scenografia da film, oppure, mentre lo guardo, mi dico che è successo perché si è spostato il palazzo, magari c'è stato il terremoto e io stavolta non me ne sono accorta, magari tutto il mondo è nella merda, è arrivato lo tzunami anche qui, adesso arrivano i militari, la protezione civile, le ambulanze, magari io sono morta e non me ne sono accorta, oppure sto morendo così, che almeno ho risolto in un colpo solo il documento della Zarina, lo scotto della bicicletta rubata, il condominio da pagare, il citofono che non funziona bene e la adsl che fa quel cazzo che vuole a casa, mio papà che continua a chiedermi se oggi lavoro, senza contare le pagelle, i Talebani, Semprequello che sarebbe anceh il caso di cavarselo dal cervello quel deficiente fifone stitico, magari lui avrebbe invece un tecnico bravo, magari è scoppiata una bomba nel palazzo, sono morti tutti, anche i ragazzi è finita veramente, dai su, basta fare scherzi, ditemi che non è vero.

Invece è proprio vero, e io mi appoggio con la schiena al muretto e guardo il mio garage, e rivedo l'errore della mia vita, l'ho dato per scontato, non ci ho mai fatto manutenzione adesso è così, figo il motorino che ha ceduto magari lo faccio anche io prima o poi, adesso cosa faccio che sono le 7 di sera? Ma signora mia, come vede da questa foto è arrivato Ercole, che proprio così si chiama lui, che mi ha visto attonita e credo che mi abbia sentito perché per la prima volta da che il Talebano ha fatto le valige e senza avvisare (-ma come? io te lo avevo detto... ah no?) se ne è andato di casa lasciandomi da sola con i due ragazzi a dare risposte a domande leggittime (- ah, ma non aveva detto che sarebbe andato via dopo la Befana? Ma perché è andato via oggi che siamo tornati? ah, ma perché non risponde al telefono? non tornerà mai più? e adesso?) , beh io ho chiamato il Talebano che non sapevo davvero chi altri chiamare, e lui mi ha risposto dandomi il numero verde, un 800 e altri numeri che avrei voluto ficcargli su... eh scusi, giù per la gola, ma che si sono trasformati in scoramento e in un enorme -vaffanculo lo sapevo che avevo un marito che è una merda- che sicuramente Ercole lo ha sentito, ed è uscito lui, e i ragazzi del negozio, e man mano è arrivato l'avvocato, e poi la moglie dell'avvocato, e il padre del gioielliere, e il rumeno che abita in fondo alla strada, e mi sono arrivati numeri di telefono di fabbri bravissimi e veloci, consigli sul futuro e domande sui miei figli, apprezzamenti per la bicicletta nuova, e poi Ercole ha chiamato Jacopo che è uscito dall'officina, e con le mani nere di grasso tira e molla, svita e riavvita, spingi e sbatti, lo hanno rimesso a posto, mentre Schiavo mi ha detto che sarebbe venuto la mattina alle 8, e tutti a dirmi che mi sarebbe costato una cifra. E Gino mi parla di equilibrio.

E alle 9 di giovedì mattina ero in questura, le unghie dipinte di un grigio scurissimo, che sono una cazzona ma se voglio ci so fare, il Talebano di fianco a me, io sorridente e pacata mentre mi appoggiavo al bancone perfettamente conscia del fatto che stavo mettendo un piede nel baratro, ho dato il documento al bancone, ho sorriso, abbiamo fatto le firme, prima il marito e poi la moglie, ho elegantemente sorvolato sulle questioni riguardanti una società maschilista fino nel midollo, cazzo vorrei che facessero tutti i fuchi, buoni zitti e scopare e basta, invece ho taciuto e sorriso gentilmente mentre ho riconsegnato i documenti e il funzionario ci ha guardato con una faccia da schiaffi e ci ha detto:- ma come, non vi ha avvisato l'ufficio del Comune? sono cambiate le regole, adesso per far espatriare la bambina ci vuole questo, e questo e qusto- - la bambina, ho detto io scandendo le parole e trattenendo un attacco isterico- la bambina parte lunedì con mia madre- e lui ha detto:- ah, signora, lunedì? vuol dire che lei si aspetta che io glielo consegni domani? ah, non credo proprio...-

Io non so, ma credo di aver risorse pressoché infinite dentro di me di autocontrollo, ma ho ficcato le unghie dentro il ripiano di formica bianca del bancone, ho avvicinato il viso al vetro spesso antiproiettile che mi divideva dal funzionario con l'anello d'oro al dito medio e l'unghia del mignolo leggermente più lunga delle altre, la pistola nel fodero anche se è in ufficio, le mostrine, i luccichini, il panno blu, la divisa, e con una lentezza che ha fatto paura pure a me ho detto:- Senta, (respiro) io oggi pomeriggio (respiro) le porto tutte le altre carte (respiro), me ne hanno fatte di tutti i colori e non ho mai rotto le palle a nessuno (respiro), adesso io (respiro) ho assolutamente (respiro) bisogno di quel documento, lei (respiro) sia gentile, faccia in modo di farmelo avere, (respiro) (respiro) domani (respiro), fosse solo per il fatto che (respiro) io oggi (respiro) sono disperata.


Il funzionario con la barbetta grigia ha dato un'occhiata al Talebano che era prudentemente dietro di me e non era riuscito ad afferrare nessuna delle parole che io avevo detto, poi ha preso un foglietto, ci ha scarabocchiato qualcosa e con accento meridionale mi ha detto.- signora stia calma, farò uno strappo per lei, oggi lei porti i docunmenti e domani mattina può tornare- - Grazie- ho detto strappandogli il biglietto dalle mani, mi sono girata e sono uscita.

E così signora mia sono tornata il pomeriggio, che pioveva forte ma mi ero appena comprata per due euro un orribile mantellina gialla nel negozio dei cinesi qua davanti, che in questura ci dovevo andare ma anche al Lavoro Benedetto, che mica lavora solo il Talebano, lui che fa sempre tante cose, e così sono andata sotto la pioggia, ho portato i documenti, e mi sono ripresentata la mattina seguente, ho fatto la coda di un'ora e mezza e sono poi uscita alle 10 passate con il documento di Figlia e l'autorizzazione che la Zarina e solo lei e solo questa volta e solo per quel paese potevano andare via insieme per una settimana.

La bicicletta funziona, il garage mi è costato 150 euro, il citofno ancora non funziona bene ma l'adsl adesso sì che abbiamo cambiato operatore. La Zarina è partita con Figlia e si stanno divertendo, io ho spostato le ferie e me ne vado via prima, e un po' alla volta le cose si sistemano.

Ma che nessuno, signora mia, venga a darmi consigli su come io dovrei vivere in equilibrio.

Commenti

Post più popolari