San Pietro e Paolo e le vele


eccomi eccomi, è che sa, a volte le giornate passano silenziose e lisce, e qui c'è tutto un gran costruire legami che siano un po' più solidi di quelli che con un colpo di mano si possono fermare nello spazio e nel tempo, e quindi sono con Figlia e faccio cose, e ci prendiamo tempo e alle 6 del pomeriggio ci guardiamo in faccia e usciamo, e l'altra sera l'ho vista ciondolare e ho detto:- cinema?- e siamo andate, cinema in 3D, scofanata di pop corn per lei, una bottiglia di acqua per me, e sussulti che ho fatto io con tutte quelle sirene che pareva mi passassero di fianco, e Figlia che faceva la grande, che lei lo aveva già visto quel film e aveva quindi portato me, e in effetti a me a vedere un film è da tanto tempo che non mi ci porta più nessuno, ma proprio tanto tempo, che dovevo essere piccola piccola, con i capelli ben stretti nella coda, la disperazione di mia madre di tenermi ferma e pulita e zitta e beneducata, chiusa nel cappottino che lei mi aveva fatto a ferri e foderato di rasatello marrone, a me non piaceva ma a lei sì, e io andavo in giro così ma almeno qualcuno mi portava al cinema, anche se non mi ricordo chi (finché un giorno, me lo ricordo bene, mia madre mi aveva finalmente comprato un loden verde, con i bottoni di cuoio a quadretti, e per quanto tempo l'ho portato il loden verde stretto in spalle e largo in basso...), e poi siamo andate all'ikea, e poi siamo andate a fare la spesa.

e domani si festeggia San Pietro e Paolo, lo sa, sì? Domani che è il 29 di giugno, e stanotte si fanno i riti propiziatori che si facevano nell'antichità, quando un uovo era simbolo divino, i nomi ai bambini erano dati seguendo le simpatie per i Santi affinché fossero propiziatori di una vita prospera e felice, e la mattina dei Santi Pietro e Paolo ci si alzava per andare a vedere le vele fatte dall'uovo. Io no, che a casa mia non si facevano queste cose, ma noi si andava alla processione, ci si accalcava tutti fitti fitti, che da là sotto pareva soffocare finché un adulto ppietoso non ti prendeva in braccio, e sa che non mi ricordo chi fosse? dall'alto si poteva vedere il trasporto dell'arca su in salita per il carrugio, che eravamo in Liguria e le scale sono stretet e ripide, e i portatori erano coperti di palandrane, e ricami di oro sulle vesti bianche, e poi salivano su e io guardavo il santo con le mani aperte e gli occhi strabuzzati per lo spavento, che sicuramente a lui non piaceva per nulla essere sballottato così e se ne stava meglio sull'altare, ma tant'è, i grandi fanno cose che i bambini non capiscono, mica è una novità, chissà lei quante volte si sarà trovata in difficoltà come me e come tutti, e poi però si diventa grandi, nessuno vuole più prenderti in braccio, tu stessa sei nei guai che le cose non quadrano bene, sei diventata grande e ti trattano da bambina, ti portano alla processione e la promiscuità di corpi infastidisce, e insomma, signora mia, si fa quel che si può, come figlia e come madre, ma vedo che come madre ancora Figlia non si è stufata di me, che chiacchiera e trilla, e ascolta e partecipa, e fa confronti da sola, e finalmente mi ha detto che una madre come quella della Miriam è una palla di madre, e io vibro e godo, che sa, la mamma della Miriam è bravissima in tutto, ma forse io lo sono di più.

Però poi uno si domanda anche come mai due santi così importanti nello stesso giorno, tutto sto accalcarsi insieme, Pietro e Paolo, un padre un figlio, due fratelli, due cugini forse? macchè, due amici uniti da una separazione, che il 29 di giugno si salutarono e andarono al martirio, che uno fu crocifisso a testa in giù a Roma mentre l'altro venne decollato in Cappadocia, (che dire decapitato fa tanto ghigliottina francese, sgozzato sembra una cosa da guerra tra slavi, decollato no, ci sta, ) eh mi scusi, è la storia sa, mescolata alla leggenda, fatto sta che si salutarono e vennero separati e poi uccisi. E poi lo sa, lo sa di che cosa sono patroni? ah sì certo, san Pietro è di Roma, certo certo, come? sì, grazie una cedrata fresca, mmm, che buona, cedri del suo giardino? eh, certo, lei avrà il pollice verde, ... anche le rose? Questo mazzo per me? del suo giardino? oh, ma lei mi confonde, veramente, che i fiori recisi li adoro, non so perché, ma ho regalato dei fiori io a degli uomini, e non credo che siano mai stati capiti, che a J aveva dato un mazzetto piccolo di fiori di campo, scelto con cura insieme al fioraio delle piazze, io ero felice e J lo prese e si commosse quasi, ma girò le spalle cercando un bicchiere, lo mise nell'acqua e si voltò verso me sorridente. Pochi giorni dopo con lo stesso gesto veloce si era voltato verso di me e mi aveva baciato. Ecco, vede, mi sono sbagliata, non è vero che gli uomini non hanno capito il significato dei miei fiori, è che la vita è così, tortuosa e ambigua mentre io sono pasticciona ma radicale., e questa cedrata è spettacolare, buonissima, signora mia ma lo sapeva che san Pietro è il protettore dei portinai, dei guardiani, degli uscieri, ma anche dei tagliatori di pietre e pure dei pescatori? A me non mi si fila per niente di sicuro, piuttosto san Paolo invece è invocato contro la pigrizia ed è il patrono dei cavalieri, o almeno lo era, che chissà se ci sono ancora i cavalieri

(-eh- dissi io ridendo - puoi star sicuro che non sto lì ad aspettare il principe azzurro- -beh- rispose lui guardando oltre il mio sguardo- non ci sono più nemmeno le principesse- e io sentii una fitta che vidi quello che non dovevo vedere e sentii ancora quello che non volevo sentire, che se io avevo mai avuto una chance di essere una principessa l'avevo persa tanto tempo prima, e mi dispiaceva anche per lui di non essere una principessa, che avrei voluto tanto accocolarmi sotto il suo mantello, ma cavalieri e principesse non ci sono più da un pezzo in giro), ma per lo meno san Paolo mi può aiutare contro la pigrizia.




mia madre morì che ero piccola. Prima si ammalò e poi la portarono via, in ospedale. Io tornai a casa e non la trovai più. Mia zia mi disse che la mamma aveva bisogno di silenzio e di cure : si sarebbe occupata lei di me e di mia sorella grande. La zia ci pettinava i capelli tutte le sere, ci raccontava le storie, ci metteva a letto allo scoccare delle 8 di sera, non c'erano né se né ma. Mia madre non tornò più a casa: morì in ospedale ma a noi non lo dissero perché non volevano farci soffrire. Io poi mi dimenticai di lei, ma mia sorella no. Mio padre lavorava sempre molto: la domenica ci portava a pranzo fuori, noi 3, ed era una noia mortale. Dovevamo stare a tavola insieme agli adulti, finché io non mi addormentavo con la testa sul tavolo e la pancia zeppa di cibo. Divenni grande senza problemi: bastava rispettare le regole. Poi mio padre morì, ma a quel punto ero grande e potei organizzare io il funerale: portarlo al cimitero mi permise di seppellire anche mia madre. Misi un punto a capo alla mia vita.

Lui non era più tornato dopo la sera delle pietre preziose, e io non sapevo che fine avesse fatto. All'epoca non esistevano i cellulari, e nemmeno internet. Se non ci si vedeva non c'era altro modo di comunicare. Io avevo preso il diploma: mi trovai un lavoro e lasciai che i miei giorni passassero così, intenta come ero alla mia vita dell'ufficio, senza farmi domande su quel che era stato o sul perché. La zia era felice di me, temeva solo che frequentassi gente non adatta a me, che dovevo trovare un marito adatto che mi volesse bene. -Un marito adatto che mi volesse bene - Mia sorella si era persa: era magra e con i capelli lunghi, incapace di affrontare il mondo e le sue regole, tornava a casa spesso ubriaca, più spesso piena di droga fino a sopra i capelli. La zia non sapeva che fare: le poche volte in cui mia sorella non sapeva davvero dove altro andare tornava a casa. La zia la guardava preoccupata, le preparava un caffè, provava a darle da mangiare. Quelle volte mia sorella era silenziosa, la testa bassa, le braccia macilente, i capelli sporchi. Non diceva nulla nessuno: nessuno era in grado di sollevare la sua pena. Quando poi arrivava la notte io la prendevo nel mio letto, la stringevo stretta mentre lei girata sul fianco mi dava la schiena esile, sentivo quel forte odore di uomo sulla sua pelle, e mi addormentavo così, cullandola.

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