Alla regina altera (2)



(....)


Tuo è il territorio
delle mie scorribande.

Ma io morivo,
di sete, di fame, di inedia,
e tu eri lontana,
giovane e lontana
e il terreno mi era parso abbandonato.

Sono selvaggia io,
non regale,
sono potente e violenta,
il mio mantello ha cicatrici evidenti,
tracce di lotte vittoriose e perdenti.

Non ho la tua pelle liscia,
il tuo cuore silenzioso e pulito,
le mani morbide,
i capelli di seta.

Io sono sporca di fango,
di erba strappata,
bagnata di rugiada;
io godo del cibo
che catturo, io urlo,
ruggisco nella grotta,
e pretendo.

(...)

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