Lineamenti di moda 2: io e le domande
La settimana
della moda a Milano funziona che ci sono prima 3 o 4 giorni di mercato,
vendita, e poi 3 o 4 giorni di sfilate. Le due cose insieme non funzionano e
pare sia già tanto che i lembi dei giorni si possano sfiorare così da vicino,
ma certo è che molto è ancora da scoprire da parte mia. Fatto sta che io ero
lì che camminavo pigra nei corridoi e pensavo a quanto sia poco lineare tutto
sto mondo, che siamo arrivati in fiera vestiti da inverno, il 2012 è nuovo
nuovo che ancora è febbraio, nelle
vetrine venerdì sono appena stati preparati gli allestimenti primaverili con
le collezioni primavera/estate 2012 (bianco e turchese, bianco e becco d'oca),
noi in fiera presentiamo l'invernale 2012, e la Stilista ci parla dell'estivo,
estate 2013 sì, e a me gira la testa al pensiero di un'altra estate prima
ancora di quella che deve venire e dopo averne passate due nelle condizioni di
cui sopra nei post precedenti.
Quindi prima il
mercato, che però si chiama Fiera, poi le sfilate. C'è una cesura tra le due
cose che non mi si schioda dalla testa, e io cammino dall'albergo alla fiera e
scatto foto, e Gambelunghe mi precede allegra e sorridente, mentre chiacchiera
di tutto un po' , i capelli piastrati che oscillano disciplinati a destra e a
manca tutti insieme, gli occhiali nuovi neri che le danno un'aria tanto finta
matura e perciò vagamente sexi, le scarpe basse e comode che tanto lei ha le
gambe lunghe, io penso a questo mondo che gira attorno alla moda, dove tutto si
mescola ma resta sempre ben distinto, Milano con Milano, Parigi con gennaio, la
stampa con le sfilate, Milano con la fiera.
Io ho la mia
meravigliosa Fuji X10 pagata a tre quarti ( o forse sarebbe meglio dire 2/3) e
scatto fotografie ovunque, ma sono appesantita, che fa caldo anche se è
febbraio e io sono vestita abbastanza leggera, sono pesante rispetto a
Gambelunghe che volteggia, ho una borsa grande con le scarpe di riserva, gli
assorbenti di riserva, la borsa piccola di riserva, il trucco di riserva,
l'acqua, le calze, il portafoglio, gli occhiali da sole, i fazzoletti, il
carica cellulare, il rossetto, vedi mai che mi serva qualcosa. Avrei bisogno di un po' di soldini nel
conto, così, tanto per mettermi un po' tranquilla, ma invece non si batte chiodo,
e i due contratti che avevo in piedi sono fumati via. Come faccio a essere alla
moda io, non è possibile. Nel portafoglio ho 40 euro: un po' pochini in
effetti, ma tanto alle fiere non si compra niente.
Arrivo dentro la
fiera e passo 3 giorni a guardare la gente che cammina in mezzo alla moda. Qualcuno
è straordinariamente vestito con cura e nessuno, me compresa, nessuno ha
infilato la prima cosa che aveva nell'armadio e via. Nemmeno GioiadiVivere,
femmina Alfa 1 suprema del gruppo del Re Leone, ma andiamo con ordine.
Dopo un giorno di
fiera e di stretta osservazione del mondo che mi circonda, mi sento più
sciolta, le scarpe sono comode, l'inglese fluente, la Stilista accomodante, la
Modella Figa allegra e simpatica, la pesantezza sotto controllo, ma nonostante
tutto ancora io penso e rifletto: come mai, tutti insieme, tutti nello stesso
identico momento, hanno fatto le cose fluo? da dove nascono le tendenze?
La domanda ha
quel sapore un po' adolescenziale me ne rendo conto da sola, quando uno si
domandava perché nasciamo e dove andiamo e che ci facciamo qui. Una domanda del
cazzo per dirla tutta, che tanto risposte non ce ne sono e io non voglio fare
ulteriori brutte figure in giro, quindi persisto nell'osservare la gente che mi
circonda in questo spaccato di moda, che noi siamo al Touch! Neozone Cloudnine
in un albergo Nhow e non si capisce niente di niente (che vuol dire Touch! con
il punto esclamativo? Che cavolo è Neozone , perché Neo? Forse prima c'era un
padiglione che si chiamava ZOne? Perché un albergo deve avere un nome così
difficile come Nhow che ogni volta che lo pronunci o lo devi scrivere si è
sempre in difficoltà? Non sarebbe meglio chiamarlo che so, Minerva, hotel
Minerva?)
La moda ama
mescolare e confondere e c'è un sistema perverso in cui gli organizzatori
cavalcano l'organizzazione e giocano con l'ambiguità e il White e il T!-N-C sono nemici giurati; e noi tutti galleggiamo
dietro la loro scia, senza sapere bene dove andiamo, perché il Touch!
(T!-N-C) in pratica non esiste ed
è una terrazza di legno coperta da un telo trasparente ed unisce la prima parte
del Neozone (T!-N-C) alla seconda,
nel Neozone c'è la sezione New Designer, finto bancone per poveri e per finti
neo designer che in realtà se arrivano lì è perché hanno soldi e strutture ben
strutturate alle spalle, la Cloudnine (T!-N-C) è in un palazzo di fronte al Neozone ed è solo per accessori
e gioielli ma poi ci ficcano dentro anche le Happiness (che sono delle t-shirt,
manco c'è bisogno di spiegarlo neh...), il White sarebbe meglio del T!-N-C- perché è lì da più tempo,
ci vanno solo i marchi grossi, un metro quadro in affitto tre giorni costa come
un appartamenteo in San Babila, mentre se sei un espositore del T!-N-C puoi ben
dire che il White fa solo scena nella parte dell'ex-Ansaldo, sono fighi solo
quelli che stanno al White di fronte che non per niente si chiamano Aree
Superstudio Più (e già il nome la dice lunga), hanno la moquette bianca per
terra e gli stand sono in gabbie di metallo con saracinesche che fa tanto
maschio eroico vintage, il Cloudnine è da un'altra parte, nel White hanno fatto
6 aree con 6 nomi diversi che sono WHITE Via
Tortona 27 e 54, Basement, Talents for White, Inside White, White Beauty e
White goes green with C.L.A.S.S.
Diomio che faticaaaaaa.
Il tutto in 500
metri di strada dove però nessuno dice niente e nessuno fa domande, tutti sanno
esattamente dove andare, che se per caso scendono da un taxi in via Tortona e
si guardano intorno per capire dove sono, sono sicuramente degli stupidi. Tutti
sono già stati al Touch!Neozone Cloudnine, tutti sono già stati al White,
tutti sanno esattamente cosa fare e dove andare, che qui nessuno è nato ieri.
Tranne me, ovviamente.
Che gira e
rigira, pensa e ti ripensa, il mio cervello fa domande a se stesso e poi valuta
se è il caso di chiedere oppure no, meglio di no, e così scarto una domanda
dopo l'altra, una dopo l'altra finchè mi avvicino al Maschio Alfa che è
appoggiato al muro giallino davanti al nostro stand del Marchio Plus, che tra
le tante domande ce n'è una per la quale vorrei una risposta ed è come è
possibile mai che ci sia sempre un solo filone di idee nella moda, e quest'anno
per esempio si sono presentati tutti con i colori fluo, ma da dove prendono le
idee le aziende, gli stilisti come fanno a decidere che andrà il colore
fluorenscente e subito trovi borse calzini scapre e magliette e abiti con il
colore accecante dei giubbino antiinfortunio da mettere quando hai l'auto in
panne, che lo stilista senza l'azienda è nessuno e l'azienda senza lo stilista
pure, e allora, mi rispondo, sicuramente la moda dipende dagli stilisti che
preparano le loro sfilate e poi in qualcosa si copiano l'un l'altro forse,
oppure rielaborano e modificano ed ecco che arriva il fluo, sarebbe importante
quindi capire prima subito cosa potrebbe essere nuovo nelle idee degli stilisti
e allora sarebbe interessante poter partecipare a una sfilata, così, per
capire, ed ecco che il mio cervello si è stufato di stare in silenzio, la mia
coscienza elabora la domanda, afifnchè non sia maleducazione chiedere, e mi
avvicino al Maschio ALfa dicevo e vicino a lui c'è Gioia di VIvere, la Femmina
ALfa del Re Leone, e io ingenua domando cauta:
- Senti, ma non è
che si potrebbe partecipare ad almeno una sfilata?-
E' un errrore, ma
ormai è tardi e riavvolgere il tempo e risucchiare le parole non è possibile.
Il Maschio ALfa spalanca gli occhi sorpreso e mi fissa con uno sguardo
indecifrabile che ogni volta che fa così a me pare che lui si stia chiedendo se
lo faccio apposta o se veramente non ci arrivo, e La Femmina ALfa del Re Leone
sgrana gli occhi, spalanca la bocca, allrga le braccia e rivolge il capo verso
l'alto come se cercasse ossigeno, mentre la sua enorme sciarpa di modal appesa
come una bandiera sconfitta penzolante ai lati delle spalle viene sollevata in
gesto di sdegno; di scatto poi raddrizza la schiena dal muro e sbotta in un:
- Bah! é arrivata
lei! AHahahah -
dove l'accento
bolognese risuona sgraziato e volgare. Per fortuna lo sdegno si trasforma
immediatamente in scatto d'ira che sorgendo dai piedi la fa allontanare a passo
veloce da me e dalle mie inopportune domande.
Con pazienza, il
Maschio Alfa raccoglie invece la mia domanda caduta sulla moquette, e prova a
spiegarmi perché e per chi sono fatte le sfilate.
Non ha risposte
precise nemmeno lui, per la verità.
Vedere Gioia di
Vivere che ondeggia i fianchi scandalizzata da me, mentre cammina lungo il
corridoio con gli stivaletti da cowboy ricamati con margherite sgargianti mi
procura un vago senso di euforia.
Del mondo della moda non ci capisco un cazzo, ma mi sa che stavolta a Milano io mi diverto.
Del mondo della moda non ci capisco un cazzo, ma mi sa che stavolta a Milano io mi diverto.
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