Ho una barca piccolina, ma resistente (lettera a Iris)




cara Iris,

ti spiego perché ho bisogno di sapere quanto vuoi per il tuo lavoro: gente come me ha sempre investito tanto nelle cose in cui crede, nelle proprie passioni, con slancio. Poi però, il più delle volte, mi sono trovata senza una lira in tasca, a fare i conti con i 10 euro (stasera pizza, ma la cucino io!) e soprattutto, a non essere riconosciuta nello sforzo e nella fatica che avevo fatto. Come se, siccome lo fai gratis, il tuo lavoro/impegno/interesse non ti costasse fatica, anzi, lo fai per te e per il tuo bene, arrivederci e grazie.

Per questo ho chiesto quanto pensi potrebbe essere il tuo compenso, che mi sono rotta della gente che mi tratta così -"ah sì ha entusiasmo è contenta così".( sai quante ore ho passato ad ascoltare chi parlava di e del proprio fottuto lavoro come fosse l'unica cosa al mondo importante? sai quante ore solitarie io e i miei figli, che il mondo invece aveva da fare cose più importanti che ascoltare i miei racconti che andavano bene solo per i bambini e nemmeno tanto, - che c'entrano le fate e i maghi che tanto non esistono, perché li intorti così- ? sai quanti silenzi mentre ascoltavo le lotte intestine per accapparrarsi un posto all'università, un contratto di consulenza, un recupero credito? sai quante parole di incoraggiamento, e sostegno, e ammorbidimento mentre la lotta era fuori e io sembrava che non facessi nulla, io che "non sai quanto è duro il mondo là fuori, tu sì che sei fortunata"? sai quante tonnellate di cibo ho comprato, lavato, tagliato cucinato, servito? sai quante lettere ho scritto ? sai quanto lavoro fatto per la costruzione dei siti web? sai quante ore di lavoro per fare i corsi on line al posto di altri? sai quanto progetti scritti cercando di interpretare le esigenze di tutti, che fosse la Regione Veneto, o l'imprenditore, o il docente pieno di , o la joint con il Brasile? e la lettera per il condominio? e quella per recuperare un credito? e ultimamente anche quella per gestire un piccolo gruppo di persone grasse di denaro e di , gonfie dei propri privilegi fatti a scapito della gente "normale", così grasse e unte che si siedono su scomode e piccole poltrone ma pur sempre poltrone, e bloccano i movimenti di chi vorrebbe migliorare le cose, e fare, che fare è sempre una cosa positiva, ma si rischia di sbagliare, e loro ingordi a dire no, e io qui a capire, a pensare a lui di fianco a loro, dal buio del mio studio che ho dipinto di verde con gli alberi bianchi, e da qui scrivere, che dolore Iris, non essere riconosciuta, che tutto è stato preso per granted, come dicono lì in America, e adesso chiedono di fare la pubblicità sul giornale, come può essere, mi domando io, come può essere che si siano dimenticati così di me, che abbiano approfittato così di me, non ci credo, ma riconoscermi sì, questo avrebbero dovuto farlo.

Che avrebbero dovuto capire e vedere che io lo facevo per passione, per la vita mia, senza cercare lo scambio o la bilancia, e invece poi mi hanno lasciato al buio, senza sapere, eppure lo devono aver visto che io ci credevo in quello che _loro_ facevano, ci credevo nella possibilità di muovere il sistema, con calma e cautela, ma invece non mi hanno creduto nemmeno in questo, e hanno fatto anche loro l'errore di dare per scontato che siccome io non chiedevo niente io niente meritavo. Fanculo a me. E ancora sai quanto tempo speso a costruire lettere che parlassero di figli non miei, di interessi non miei, ma che facevo miei ? perfino, ora mi viene in mente, una lettera per recuperare un abbonamento in piscina, persino quella ho fatto; e l'ho fatto con passione, con desiderio sincero di aiutare, con trasporto e divertimento, ma non mi è mai stato riconosciuto, e nonostante la mia palese difficoltà economica non mi è mai stato chiesto offerto niente. Solo un prendere, Iris, solo prendere, e oggi che c'è il sole, e io mi sento libera, oggi ho voglia di scriverlo questo, e di rivendicare lo sforzo e la fatica e soprattutto la grande delusione, perché si è perfino chiesto che io non scrivessi più, che fermassi il mio blog e non disturbassi più il riposo tranquillo di chi vive protetto. Che delusione, Iris, non essere riconosciuta nella mia fatica. E checazzo, mi rendo conto che se così scrivo forse ancora sono innamorata, e "non è mica una malattia" mi aveva detto lui, imbecille dal cuore di pietra, che resta solo nel giardino di terra battuta del suo castello, protetto ma solo, sterile, mentre io cammino lontano, ma ancora a tratti fa male, non mi ha riconosciuto, non ha avuto coraggio, povero re malato a cui tanto devo, merda, ancora tanto devo a quel re malato che mi ha accolto e curato...)

Leggendo la tua mail mi rendo conto di quanto sia ragionevole il prezzo che offri, assolutamente in linea con quello che si chiama "facciamo un'avventura".

Partiamo Iris, andiamo contro il sistema, facciamo rete, sali su questa barca Iris, mettiamoci a fare le cose che ci piacciono. Costruiamo con te quello che già sto costruendo con l'Architetto, contro ogni logica di scambio, per il piacere di un obiettivo comune. Prendi Gina, falle fare cose, ne ha bisogno.

Metto qui una foto che sia di buon auspicio: l'ho scattata l'estate scorsa. E' il frutto del lavoro di tante persone, della loro dedizione, onestà, capacità di lavorare in gruppo. E' frutto dell'istinto di un capo naturale, che riesce a farsi seguire e a imporsi senza dominare. E' simbolo del benessere e della produttività che fa del bene a tutti (questa la motivazione che mi ha spinto a fare questa foto: l'abbondanza frutto del lavoro).

Credimi, ho una stiva piena di tesori io. Chiedi a Gina, che lei sa che io, con tutto il mio disordine, la mia energia, le mie corse e i miei dubbi, il mio essere troppa spesso, sono poi colei che protegge, e chi è con me sta bene. Poi, quando tutto sarà fatto, il mare attraversato, le onde affrontate, e l'approdo assicurato, poi diranno: - ah, loro però hanno avuto fortuna.

Iris, intanto salpiamo.

Sì, di visionari non ce n'è molti in giro.

Commenti

Post più popolari