e via andare...
e invece niente PUF, signora mia, quel delizioso sparire in mille gocce non c'è stato, che vuole, sono ancora qua, ma d'altraparte si sapeva, che già abbiamo passato (e più di una volta in verità) quel punto pericoloso in cui si decide se andare o restare e io non ho ancora capito perché, ma ormai ho deciso che non me lo domando più, quindi resto. Che in fondo, ho pensato, perché buttarmi giù dalla torre io? Non sarebbe meglio buttare giù gli altri? Come quella volta, signora mia, in cui l'Uomo Perfetto sedeva in cucina e parlava, lui parlava con voce piana, che lui mai si altera, mai perde le staffe, lui sempre così ragionevole, e saggio, e controllato, e più io mi agitavo più lui parlava calmo finché ad un tratto mi ha guardato, lui seduto composto al tavolo, la sigaretta accesa ("scusa posso fumare? ne vuoi una anche tu? ah sì, hai smesso... "), e da lì, davanti alla sua totale e incompleta incapacità di capire quello che io gli dicevo disperata, alterata, fiammeggiante davanti alla mia vecchia cucina a gas con i pomelli rotti e i posa pentole corrosi da anni e anni di cottura di cibo, mi aveva detto: - in fondo, cosa hai fatto tu per la mia carriera...-
Ho un cervello meraviglioso io, signora mia, devo dire che è proprio speciale, perché ricordo come il sangue mi è montato alla testa, e ricordo che ho capito che l'unica soluzione possibile era ucciderlo e ho preso il coltello, quel coltello dalla lama grossa, vecchio anch'esso come me, con il manico di legno spesso e rovinato, che non c'era in questa casa una cosa che usavo io che non fosse rovinata dall'uso, e mi sono vista con il coltello in mano avvinghiata alla sua gola recidere con un colpo secco quella vena che pulsava forte e finalmente ucciderlo, vederlo agonizzante per terra, con il sangue che si allargava in una pozza veloce, e pazienza passare il rsto della mia vita in galera, almeno quello era un problema che avevo risolto, eliminato per sempre dalla mia vita un cretino che più cretino di lui non era possibile. Ucciderlo come unica soluzione possibile.
Invece il mio cervello va veloce, così veloce che già si era nutrito del suo sangue sparso a terra, già lo avevo ucciso io quell'uomo, e quindi mi ero trovata con in mano il coltello da cucina dalla lama pesante e affilata e dentro di me la soddisfazione di averlo pugnalato alla gola, mentre lui era ancora seduto e ho goduto del suo attimo di terrore puro quando io, dal mezzo dellla cucina ho alzato il braccio destro impugnando il coltello e urlando parole di odio l'ho lanciato dall'alta parte della stanza, e il coltello è caduto di punta sul marmo, ha fatto le scintille, è rimbalzato più volte, e ogni volta strideva e ogni volta io gioivo, mentre lui si riprendeva dalla paura, che lui di me non aveva capito niente in 20 anni ma una cosa la sapeva di me: che io, esasperata, sono capace di tutto.
in ogni caso, signora mia, questo succede comunemente nelle coppie che scoppiano, e se lei è mai stata una metà di una coppia ben facilmente riconoscerà nelle mie parole il desiderio di uccidere, di eliminare fisicamente l'altro perché altre soluzioni non ci sono.
fu così che capii che non ero io quella sbagliata, ma lui, e quindi non valeva la pena che fossi io a fare PUF e sparire (che poi non è da me fare PUF, quando l'ho detto a lei l'altro giorno ero proprio giù, ma io semmai farei un BUM, un'esplosione, e come un orgasmo farei, una concentrazione di energie in un punto solo, una trasformazione da materia densa ad acqua e poi pulviscolo e infine luce) ah signora mia, come mi distraggo, fatto sta che fu così che decisi che lui doveva cadere dalla torre e non io, e così fu.
Così ho fatto anche la settimana scorsa quando la vita mi si è schiantata addosso consumando le energie e le mie risorse, e tutto avviene sempre insieme così con me, un mondo pieno di senza e poi un mondo pieno di con, e in questo periodo sono piena di senza, che se facessi la conta riempirei un garage di parole, invece taccio e faccio la lista di quello che mi investe e gira nel grande calderone della mia vita, questa bolla di vita piena di senza, e proprio per questo così piena di accidenti nel senso più latino del termine, dove accidenti sono le cose che accadono, ovvero cadono giù, vanno verso, e nello specifico vanno verso di me
accidente 1- che la donna delle pulizie ha spostato il lavandino che così perdeva, e prima ho pensato che non avevo le forze, non oggi, mi ero detta, e avevo perciò chiamato l'idraulico, il quale mi aveva detto: - Superkoars bella, ci vengo sempre volentieri ad aiutarti, ma oggi non posso, domani nemmeno, ti mando qualcuno?- E Figlia preoccupata aveva trovato la soluzione:- usiamo il lavandino del bagno, mamma, tanto fa lo stesso, non preoccuparti.- Ma non si può stare senza acqua in cucina, e ho preso la scatola arancione con gli strumenti di plastica comprati dall'ikea, e poi ho cercato nei cassetti che una volta questa casa pareva una ferramenta, ma quando è andato via si è portato via tutti gli attrezzi, sto deficiente che faceva lui tutti i lavori di aggiustamento in casa, e poi si glorificava e trionfante diceva:- visto?- imbecille lui, che io ero così felice anche di quello, ma ho trovato una tenaglia di ferro, mi sono messa in ginocchio e per Dio se ti sistemo oggi lavandino di merda con i tubi di plastica (perché costano meno) e li ho smontati, puliti, pulito il buco nel muro, pulite le guarnizioni incrostate, reinfilato il tubo nel muro, richiuso e rimontato, e l'acqua scorre che è una meraviglia, vaffanculo, mi sono alzata da terra e ho chiamato Federico:- sai, non chiamare nessuno, ho fatto da sola. Appena posso ti chiamo e ti faccio cambiare tutto il lavandino, voglio dei fucking tubi di ferro, ma adesso non ancora... E Federico mi ha risposto:- Ah Superkoars, se ti va male al lavoro che hai ti porto a lavorare con me, mi tieni compagnia e mi dici come fare, io faccio i lavori di fatica e tu organizzi il lavoro degli operai, ti pago il doppio di quello che prendi adesso, è una proposta seria, donne come te in giro non ce ne sono, ma sei troppo per me Superkoars, lo so bene io, sei davvero troppo per me, ma ti pago il doppio, ricordatelo.
E francamente non ho saputo cosa rispondere, ho ribattuto che avrei tenuto in considerazione la proposta, che se il mio Lavoro Benedetto dovesse andare male andrò da Federico. E Figlia mi guarda e dice:_ Ma tu stai scherzando, vero?- - Sì, sto scherzando, easy girl, sto scherzando- ma invece non si sa mai cosa può succedere anche perché...
- accidente 2: mi chiama in orario di ufficio, mi dice ti devo parlare, io non ho voglia di vederlo, mi urta, mi mette a disagio, poi magari mi viene voglia di ucciderlo un'altra volta, dimmi pure per telefono, è meglio. E parte così una tiritera sui figli a carico, le borse di studio, gli assegni familiari, il cud, il caaf, il che Dioseloporti, il dentista, la macchina, (non ho capito che c'entra il dentista? non l'ho forse pagato io? "le fatture del dentista io le scalo tu no") il biglietto per Chicago, il "so che hai la donna delle pulizie", il "che ci sei andata a fare a Londra?", il "volevo sapere come stai", "dimmi come va il lavoro". L'aria è dimessa, un passivo aggressivo, come lo ha ben definito la Donnachefa Accaderelecose. Sono stanca, davvero stanca, non ho voglia di capire dove vuole andare a parare, mi squilla il telefono dell'ufficio, prometto che chiamerò il mio commercialista, metto giù, ma so che è una pausa. Infatti richiama, a casa, è forte lui, sa come prendermi, e ricomincia:- hai sentito il commercialista? perché io ho il caaf, il cud, le borse di studio, gli assegni familiari, i ragazzi a carico che te ne fai, conviene che li tenga io, spiegami che ci sei andata a fare a Londra, tu? ma sti ragazzi li segui? quando sono con me hanno orari certi, io sono meno elastico di te. Non ho una lira. Tu come stai, il lavoro come va? E gli affetti?- Meno male che siamo per telefono, metto giù e vado a farmi una doccia anche perché...
accidente 3: il telefono squilla ma sono in doccia, chiunque sia aspetterà, poi smette e riprende a squillare, che da quando ho comprato i due cordless in casa sembra di avere 4 suonerie, come quando Wanna Marchi vendeva le creme e io ero affascinata da tutto quello squillare di telefoni e mi dicevo che era impossibile, la Wanda Marchi era una pazza ma poi era pure finita in televisione a una trasmissione di Capodanno, una benedizione totale e ufficiale e io poi avrei chiamato in tribunale anche coloro che l'avevano pubblicamente investita del ruolo di grande venditrice, perché la circonvenzione di incapaci mi fa incazzare, signora mia, io che sono stata incapace e circuita, nei tempi lontani che furono, poi mi incazzo, e mi scusi, lei non è abituata a queste parole, ma se vuole sentire i miei racconti si becca anche le parolacce, e così in casa mia, la mattina alle 8 squillano 4 suonerie, le due basi e i due apparecchi che non sono mai nella loro sede, io li trovo in giro e li rimetto in base e loro ritornano in giro (infilati nei divani, sotto i cuscini, nella credenza della cucina, in bagno, ovunque...) e poi ha squillato il cellulare, e poi anche un sms e allora ho pensato che era successo qualcosa di grave, che la Zarina mi stava cercando disperatamente, che solo lei mi chiama alle 8 di mattina, chi altro mai? e vado e leggo il messaggio che dice:- Ma perché non rispondi ? si può sapere cosa stai facendo? mamma- Ho ritenuto che non fosse grave, ho preso il fon, e ancora gocciolante mi sono asciugata i capelli, ma il telefono ha squillato ancora, è una lotta impari, ho risposto e la Zarina mi ha assalito - Ma che stai facendo?- e non aveva niente di importante da dirmi, solo voleva raccontarmi cose. - Io faccio una doccia tutte le mattine, preparo la colazione ai due figli, di solito firmo voti e comunicazioni importantissime proprio un minuto prima delle otto, e di solito alle 8 cerco forsennatamente una matita B2 , o un temperino, o un quaderno di matematica, poi porto giù il cane, poi porto su il cane, poi mi asciugo i capelli, ora devo andare- E la Zarina si è offesa.
accidente 4: sono stata male una notte, un male viscerale fatto di sostanze dense che si affollano nella gola e ci si sveglia così, ghiacciati e sudati con la gola bloccata, non ci si ricorda il sogno ma resta l'impressione, il letto una prigione, il buio una condanna, e ti viene da dire che morire così, in una stanza di albergo di notte non è bello, per niente bello, meno male che è un sogno, meno male che domani lavoro, ma poi gli strascichi si fanno sentire ancora, che non c'è niente da fare, quello che è sotto prima o poi deve uscire, e forse se avessi con me le gocce di Novalgina, forse chissà, ma poi riprende il sonno, che tale è stato lo spavento che la stanchezza riprende il proprio posto, e sebbene disturbata ho dormito il resto della notte. ma poi le paghi queste cose, altro che se le paghi, anche perché...
accidente 5:- anche perché vedi il conto corrente che non è bello per niente, per niente, che è vero che ho fatto tante cose, signora mia, e ho vissuto così bene in questo anno e mezzo, ma certo che qui la faccenda comincia a farsi seria, devo trovare un rimedio, il mio file di excel non è nemmeno tanto aggiornato, che in fondo mi ero rotta di fare la brava e sono andata avanti un po' così, spavalda, adesso devo inventarmi qualcosa anche perché...
accidente 6: anche perché sta cosa del mio libro e di Iris laggiù a New York mi interessa parecchio. Era una buona idea che avevo abbandonato ma adesso grazie a Gina le cose si sono rimesse in movimento però devo trovare le risorse, pensare che magari basterebbero mille euro, che io sono sicura, sicura che l'idea è buona, ma non adesso, datemi tempo non adesso anche perché
accidente 7: mi chiamano tutti, ed è bello, ma ciascuno di voi ha esigenze e richieste e io non riesco a star dietro a tutti. Una volta avevo più tempo ed è vero che adesso mi sono chiusa, è vero, un seme sono, nella terra ghiacciata, e non posso aprirmi ancora, che come dice R. sono un magma primordiale e sono la vita, lei dice, ma lei non sa la fatica del quotidiano, di gestire Figlio e Figlia, che tutto sembra facile perché fila liscio tutto, ma nessuno vede la fatica che c'è dietro al tutto facile. Grande discriminante essere madre o non esserlo.
E poi c'è il resto signora mia, il resto che mi rotola intorno, che sono piena di progetti e di idee, e cerco di renderli armonici ma faccio una grande fatica, perché le priorità sono sempre altre e io una sono, ma certo è che di fare PUF non se ne parla nemmeno stavolta.
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