Risucchiata, non soffro.

Sono stata risucchiata in un luogo dove non succede nulla, ma proprio nulla di importante.

Vivo e mi arrabatto, letteralemtne vivendo alla giornata, sia per quello che riguarda i soldi, che per quello che riguarda il lavoro, o i figli.

La pianificazione mi è negata e poiché ogni volta che mi organizzavo per fare una cosa (dedicare delle ore al mio lavoro, mettere mano alla camera di Figlia, riordinare le carte, magari scrivere) il mondo mi chiamava fuori a fare cose "altre", ho deciso che non pianifico più. Ho una idea di massima di quello che farò e così proseguo.

Vado avanti con la palestra ma anche lì spesso devo rinunciare perché impegni più pressanti si presentano.

Ah ma io non combatto eh, mi lascio andare.
Vado dove mi chiamano, dalla Zarina o dall'Augusto Padre, al telefono con la Zia AmoTuttoIlMondo, a scuola di Figlio, a fare i buchi alle orecchie di Figlia, a fare un po' di spesa (poca eh, che non si sa più chi sarà a cena e chi a pranzo).

Nel buco in cui sono finita non si sta male: basta non mettersi a contrastare l'effetto Ostacoli Vari.

Non è poi così male: sempre come essere sulla zattera in mezzo all'oceano (ah, il mio film La Storia di Pi mi accompagna da giorni).

Non è che puoi far molto: se riesci prendi qualche pesce piccolino, fai conversazione con le stelle, sogni isole fertili da cui poi scappare, e basta, non fai altro.

Di buono faccio foto a me stessa, non per mania di protagonismo, ma perché io sono l'unica veramente sempre a disposizione. Sono foto di me in cui non mi riconosco perché eliminano tutta la fatica e lasciano solo la parte buona.

Un inganno della macchina fotografica da cui mi piace lasciarmi ingannare.





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