Non sono cieca, fingo.

Lei dirà che sono presuntuosa, nel caso migliore penserà che io sono un'illusa, in ogni caso non darà credito allle mie parole, scuotendo il capo impercettibilmente e con un lieve sorriso compiaciuto starà lì, ferma ad ascoltarmi, forse un po' preoccupata per questo mio nuovo modo di vedere le cose.

Ma io le dico, signora mia, che non è lontano il giorno in cui chi non mi crede dovrà ricredersi; e verrà da me a dirmi che lo sapeva, che lo aveva sempre saputo, e che stava proprio per pensare a me.

Io sorriderò loro benevola: perchè non c'è niente di più pesante per un perdente, che dare ragione a un vincente che gli sorride.

Sarò sincera io nel mio sorridere, perché la felicità è contagiosa e soprattutto sarò circondata da chi mi ha sostenuto nei tempi bui e senza futuro della mia storia, chi ha avuto la delicatezza di starmi vicino in silenzio, di venire a leggere le mie parole senza spargerle al vento di chi non poteva capirle, chi mi ha detto le parole giuste nel momento giusto: che me li ricordo tutti io i loro nomi, i visi, e le loro parole.

Di tutti gli altri prenderemo il buono che ci danno.
Ma lei, signora mia, che ha passato anni ad ascoltare le mie parole e che ancora siede paziente e sorridente, lei avrà la sua storia oltre alla mia.

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