La routine di Superkoars: il Lavoro Benedetto.


Sono appena le 9 e 20 di lunedì mattina e già mi pare di aver vissuto parecchie ore: spingo il portoncino e mi lascio alle spalle lo sguardo indagatore della Femmina Alfa 1, salgo gli scalini consumati ed entro nel caldo dell'ufficio dove il gelo del viso si scioglie come acqua. Chiudo il portoncino alle mie spalle e salgo ancora gli altri 4 scalini e da lì a qui ho già abbandonato la mia vita e mi sono immersa in quella del Lavoro Benedetto.

Quello che io faccio una volta che sono seduta alla mia scrivania risulta misterioso ai più e a buona ragione, dal momento che risulta di difficile comprensione anche per me. In efeftti passo molto tempo a riordinare la scrivania che metto in disordine, riempiendola di carte, inviti a inaugurazioni di showroom, file di excel stampati con un azzurrino triste, che il ciano si sta consumando e a me rompe cambiarlo finchè non si è consumato proprio del tutto. Volo con il mouse veloce tra le 4 email che gestisco io (superkoars@società1, superkoars@società2, info@società 1, info@società2) e che si dispongono alla sinistra di Outlook: a seconda di dove sono rispondo con un nome o con l'altro. Pertatno ho anche 4 firme diverse da aggiungere ad ogni indirizzo.  Poi ho le fiere da seguire, ovvero è come se tirassi i fili sottili di un enorme pezzo di stoffa, che se ne tiri troppo uno l'altro fa un nodo, se molli un gruppo là pensadno che vada per conto suo ti ritrovi senza dubbio che una aprte della tela non è stata costruita e c'è un buco,  un buco a cui rimediare in fretta.

Stamattina mi chiama il Maschio ALfa: - attenzione attenzione, mi dice, molla tutto e occupati della Faccenda X. - Io? - Tu - beh ma come faccio IO? - fai fai.



Auff, penso, che altro non riesco a formulare, e comincio a imbastire file, ragionamenti e pensieri su tutt'altro, mentre rispondo alle mail dell'account 1 cercando di non mettere la firma dell'account 3, e chiamo Milano, e poi rispondo a Londra, e parlo al telefono  con i Turchi mentre la stampante sbatacchia e diligentemente stampa i prezzi, ignoro la scritta sul computer che mi ingiunge di sostituire la cartuccia di ciano, apro lo sportello prendo la vaschetta C (ciano appunto) la sbatacchio a destra e a sinistra dentro il cesto delle cartacce il tutto mentre chiacchiero amabilmente con i Turchi sul tempo che fa in Europa e il camion bloccato per neve in Germania. Reinfilo la cartuccia Ciano ingannata, e reinfilo la carta da riciclo nel cassetto. Da dove mi arriva tutta sta attenzione ecologica ai consumi non so davvero, ma arrivo a un punto dela mattina in cui non posso più fingere e mi tocca prendere in mano la questione della Faccenda X. Ormai sono le 10 e 25, e la Faccenda X ha galleggiato dentro di me in un vago color translucido, senza prendere una forma netta, che mi manca di capire da dove parte, come arriva, dove va, chi si occupa di cosa e maledizione, io sono sempre ll'unica che ancora non ha capito un accidenti di come la merce viene nel magazzino, accompagnata da un ddt che anticipa  una fattura scritta da non so chi, caricata in un gestionale che non conosco, scorporata di iva, marchiata con un codice interno (numero peso taglia colore), etichettata con la macchinetta dell'etichettatrice, messa negli scaffali, tolta dagli scaffali, rificcata in un oscatolone, scontata se è stock, aumentata se è campionario oppure viceversa, stesso prezzo se per gli agenti, conto vettore, bonifico anticipato, lettera d'intenti, porto franco, a volte porto assegnato, Intra per l'Europa, codice 8 barra B per oltre la UE. E io in mezzo, che cinciono con il Ciano e la carta da riciclo, ai piedi gli stivali radiattivi, circondata da abiti che non mi compro perché costruiti sul corpo di donne taglia 36 e portafoglio consistente mentre il Maschio Alfa è convinto che io capisca tutto questo e mi ha sganciato la Faccenda X a me perchè, mi ha detto " è delicata".


  Non la voglio io la faccenda delicata, non la voglio. Avevo appena imparato a gestire le altre cose, a conoscere le altre persone, adesso sono da sola e mi mancano le basi. Prendo la questione di petto, cerco nelle mail "il file che ti ho spedito un paio di giorni fa", lo cerco lo apro lo salvo, lo studio, pieno come è di foto piccoline inserite in un casellario mostruoso: la colonna A contiene le foto, la B la descrizione, la C la quantità, la D una sigla illegibile, tipo TLP, la E un'altra sigla e via così, colonne fitte fitte fino alla J e si sa, io odio la lettera J. Il file di excel mi demoralizza e frenetica sfoglio le carte sul mio tavolo perché ho preso qualche appunto mentre il Maschio Alfa mi diceva per telefono: adesso ti spiego cosa devi fare, fai il 10%, no, fai il 12%, mmm meglio il 10%. Trovo la cifra 10 cancellata un piao di volte, la 12 cancellata 3, la 9 una, il simbolo delle percentuali che vagheggia in cerca di una sede appropriata, un numero di telefono che ho appuntato lì, la frase Turn over=fatturato sottolineata più volte, che ogni volta che devo parlare di fatturato quella non mi viene mai., una freccia che imperiosa mi ricorda di contattare il trasportatore. Ma mi dà sollievo vedere il 10% circondato da un segno netto che ho fatto io con la penna rossa, e comincio nel foglio di excel, che ormai ho imparato, e così prendo la prima casella, tasto destro, inserisci una colonna, poi esito un attimo in cerca del simbolo giusto e  faccio = e vedo che in effetti il simbolo compare nella finestrella, quindi seleziono la colonna E e poi vago leggiadra con il dito medio pronto sulla parte destra della tastiera, cerco l'asterisco che qualcuno ha deciso essere il simbolo della moltiplicazione, lo tocco, e poi vado alla ricerca della colonna da moltiplicare, schiaccio invio e guardo ammirata una formula trsformarsi in numero. Un cazzuto numero a due cifre e due decimali, che se pure non ci sono, io gli ho detto che voglio che mi metta due zero. Ma non mi fido, io che con la fiducia ho qualche problema, e perciò accendo la mia calcolatrice alla mia destra, e rifaccio il conto a mano, così, per vedere se tutto torna e miracolosamente tutto torna. Almeno nella prima colonna.


Ma squilla il cellulare, che mi è arrivato un sms. E' di Figlio, che con la solita stringata efficenza mi dice:- Viene pietro alle 2.15 a mang. Un boccone. Se va bene non risp- e la mia testa si riempie di questi pensieri:
- che sistema è se vabene non risp? e se non andasse bene e io non potessi risp?
- che cavolo gli do da mangiare a Pietro?
- ma perché deve scrivere in sta maniera barbara con ste abbreviazioni inutili che poi ti mettono la maiuscola dopo il punto così?
- come mai mi messaggia a quest'ora che dovrebbe essere in classe?
- come mai ha messaggiato con pietro che non solo non è della stessa classe ma è pure di un'altra scuola?
- ecchecavolo non so niente di quello che fa sto ragazzo... e se non fosse andato a scuola oggi?
In quello squilla il telefono, Gambelunghe mi urla : - Bleaaak è il Fotografo della Rivistafiga- e  io penso:
- vabeh. Ho la pasta e il pesto. Figlio ha fatto bene a dirmi di non rispondere. Mi ha tolto di un impiccio. Adesso a questo gli devo dare la foto per la quarta di copertina, devo prendere tempo...


Finisco la telefonata, bevo a canna dalla bottiglia, mi gratto la testa, riprendo il file della Faccenda X e resto un po' pensierosa. Mi mancano le basi. Le basi. Allora se mi mancano le basi, io me le prendo. Così stampo e mi alzo, percorro il corridoio, entro nell'ufficio delle Ragazze, Soldato Jane mi da un'occhiata di sfuggita, come per controllare che io sia proprio io, poi riabbassa lo sguardo alle sue carte. Adele canta alla radio e davanti a me c'è la mia soluzione. E' bionda, è magra, ha tre figli, un marito una casa, lavora qua dentro da sempre, è lei la mia Baseluna. Le sventaglio davanti agli occhi le fatture, lei le scorre, le chiedo lei risponde, magari ci capisco, magari imparo, ho capito qualcosa, se da lì a qui mi dimentico torno, - si fa così e così e così- mi dice lei e io riparto, con le mie carte in mano, ritorno alla mia scrivania e riparto. Mi pare di aver capito. Nel frattempo chiamo il trasportatore dalla bella voce baritonale, ho ricevuto 7 mail, ho la segreteria del Pitti che mi chiede se abbiamo pagato lo stand, e il Press Office di Milano che attende informazioni sulla collezione.
Finisco il file di excel, un bel 10 % di sconto su tutta la colonna F. Salvo e rinomino, allego e invio trionfante al Maschio Alfa. Passano due minuti due, e mi compare una mail dal Maschio Alfa:               - Superkoars, ti prego, più 10 %, non meno.


 O cazzo. Non c'è altro da dire. O cazzo. Rispondo a lui un amichevole : che imbecille!    e mi rimetto a  nuotare. Riapro il file mi faccio spazio tra tutte quelle colonne, aggiungo dove avevo tolto e in 30 secondi ho rimediato all'errore, ma la figura resta barbina, gli reinvio la mail, mi risponde: Ok.- e io sono disfatta.
Porcatroia è l'una passata devo correre a casa.


Telefono, borsa, giaccone, berretto, guanti, borsa, chiavi. Vado.


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