Io e Qualcuno: le cose facili.
Che certo non era
programmato.
Che tanto
Qualcuno nulla sa di me e nemmeno c’è bisogno che sappia e francamente, non
credo che gliene importi granché. Ma sa com'è: è stato tutto così facile, così dannatamente facile...
Ma ha detto delle
cose e alcune ne ha scritte, tempo fa, e io le ho lette, che io sì che voglio
sapere qualcosa di più, ma tanto sa, cosa vuoi sapere o scoprire in rete che
non sia più che marginale: il giocare con le parole è un gioco assai noto a
noi.
Ma insomma volevo
dirle che domani alle 18.00 abbiamo appuntamento, e io pedalerò con la mia bici blu e
so già che sarò granitica, con la mia persistente tendenza a ignorare la
ragione, la mia determinazione ad andare avanti nel perlustrare la mia zona di
dis-comfort ovvero questo futuro imprevedibile, e chi se ne frega signora mia,
sono grande, non devo niente a nessuno, ancora l’estate non è finita, so
esattamente cosa vuole lui e non mi è chiaro cosa voglio io, ondeggio tra il
terrore di avere sotto le mani uno sconosciuto e la gioia che mi può procurare
socchiudere una porta, entrare nelle parti recondite di un uomo, che sono così
belli gli uomini che piacciono a me quando fanno l’amore e perdono il controllo
del respiro e crollano su di me e si mostrano nudi, nell’anima nudi per un solo
secondo, prima di scappare. In silenzio.
Che poi, voglio
dire, magari mi vede arrivare e si nasconde dietro un gruppo di persone. Magari
è stanco. Sa gli uomini come sono.
Ah no? Già.
Beh, si fidi del
mio giudizio, signora mia, si fidi.
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