I pensieri del 2012
Insomma, come al solito, era dicembre ieri e oggi è il 12 gennaio, ed era il 2011 e siamo nel 2012. Lei dirà che sono cose sciocche, io invece mi sono fermata e ho guardato il calendario che a me sembra di essere a dicembre, ma a dicembre 2012, ovvero che sia già passato un anno dal capodanno trascorso in placida tranquillità, cucinando e ridendo in santa pace, festeggiato in cima alla terrazza di casa mia da cui abbiamo contato fino a 24 punti di fuochi d'artificio tutt'intorno a noi, partendo da Prato della Valle e poi via via, ogni paese faceva i suoi e forse i più belli sono stati quelli di Torre (XVI° carta dei Tarocchi) e noi eravamo praticamente in estasi, vicine e lontane nello stesso tempo, ad ammirare il mondo che intorno a noi festeggiava mentre noi ci pulivamo la mente e nell'aria fredda ascoltavamo i botti, e l'unica cosa che mi frullava nella testa era cosa mai poteva pensare quella persona che pedalava da sola lungo la via in senso contrario che tanto nessuno c'era per la strada, e intanto il mio cellulare restava muto mentre io alzavo il mento e guardavo rapita i fuochi intorno a me lontani nel buio e il mio cervello ha finalmente iniziato l'anno nuovo senza pensare, ed è rimasto tutto muto dentro di me, un momento di estasi eterna, senza pensieri di nessun tipo, solo io e il mondo fuori, con l'aria fredda della notte che mi accarezzava il viso e il collo, il cervello silenzioso così muto che forse ho sentito un lieve vibrare lì dove un tempo c'era il cuore e ho sentito che lo spazio immenso intorno a me entrava nella mia bocca e scendeva dentro di me, cosicché ho d'un tratto aperto le braccia le ho sollevate in alto e ho preso su di me il buio, l'aria fredda, i botti, le luci dei fuochi, tutto, e l'ho fatto mio, senza pensare.
Ma poi che vuole, uno nemmeno si può girare un attimo che zac, passano 10 giorni così, che nemmeno me ne sono accorta se non fosse per il fatto che a furia di cercare di aggrapparmi alla vita con tutte le mie forze mi sono accorta che non ho più unghie, che sono tutte sfaldate e non belle e curate come le sue, le mie si aprono in punta lo strato superiore si accorcia in maniera frastagliata e lascia trasparire un solco lieve e un altro strato sotto. Credo che sia, signora mia, perché a furia, le dicevo, di tenere tutto in piedi da sola, puntellando di qua e di là la costruzione in cui mi sono trovata improvvisamente, ho raschiato il raschiabile e scavato lo scavabile per rimettere fondamenta su cui ricostruire il distrutto. Penso che il minimo sia che si sfaldino.
Provvederemo perché a me piacciono molto le sue unghie, così lunghe e perfette, con lo smalto Dior immagino eh? quale? ah Violet Nouveau Monde, bellissimo davvero, è un viola che mi piace molto, magari me lo compro eh? In quanto a me, lei mi vede qui come al solito scapigliata, vestita un po' così, e guardi, sono caduta pure, vede? ho ancora la mano spellata e il ginocchio rovinato, ecco qui, guardi, anche l'altro eh? ho fatto un volo sul marciapiede, con una caduta a braccia aperte planando sul giubbotto rosso di Sisley che con i suoi 60 euro nemmeno si è strappato, ma le mani e le ginocchia sì.
Così ho pensato in maniera disordinata, lasciando che le idee si affastellassero nel cervello senza dare loro ordine e forma, che a me riesce sempre così bene pensare... e pensa che ti ripensa tra capodanno e il due gennaio mi sono ammalata e anche questo mi ha fatto pensare, ancora pensieri sopra altri pensieri, che io non mi sono mai ammalata in vita mia e adesso sono k.o. due volte nel giro di pochi giorni e non va bene, e ho continuato a pensare, mettendo pensieri sopra pensieri in maniera caotica, 20 anni di matrimonio, le sedie della sala, le unghie sfaldate, i calcoli renali, il dottore, Il Carro, il cuore che non c'è, trapianto di fegato, Victor e il contratto, l'estratto conto da 202,90 euro in banca che adesso glielo piazzo qui che sennò non mi crede, il mitra e la mia famiglia, J e la sua infinita capacità di dare amore, il talebano e la sua anafettività compulsiva, Photoshop, Google Chrome, il francese da imparare, Ginevra, l'Uomodel Granrifiuto, la camera da letto da finire, Figlio, la dieta, il mio iPhone e iCloud e via così.
Il malanno si è impossessato del mio corpo e io mi sono trovata divisa in due: dalla pancia in giù pesante come un mattone, incapace di muovermi e di fare cose, un corpo che è un macigno che giace nel letto. La parte superiore tutto un vagare con la testa in un vaso vuoto e rimbombante, come se fossi una pallina impazzita.
Senza meta e senza scopo ho passato la mia settimana di ferie a letto e ho pensato e pensato e pensato. Beh, non ho solo pensato. Che nel frattempo il Maschio Alfa mi ha telefonato, mi sono vestita e alle 8 e mezza del mattino è venuto a prendermi: il Lavoro Benedetto va curato e le fondamenta vanno scavate. E una mattina, imbottita di medicinali sono andata in soffitta e l'ho vuotata da sola, tutta, cercadno di non vomitare sulla pala eolica, su 20 anni di raccolta materiale "che può essere utile", su metri cubi di cavi elettrici, un tubo per la lavatrice, mobiletti da due lire, diversi tipi di martelli, 6 seghe di diverse misure e altro. E un'altra mattina mi sono presentata sempre più imbottita di medicinali e ho detto a una stupita ma non stupida Ionohostata:
- ti da fa fastido la polvere?
- eh sì, io lergica a polvere.
- perfetto. Anche io. Per questo ho comprato le mascherine.
E me la sono portata in soffitta e l'ho fatta andare su e giù per le due rampe di scale a portare giù grossi fasci di canne di bambù di non so quale provenienza, e pezzi di battiscopa di legno, e pezzi di cornici di porte, e porte, e bidoni di pittura da muro diventati gesso, e pennellesse inutilizzabili, e un tappeto che nemmeno al canile di Rubano lo vogliono. Ionohostata ha 21 anni e non è abituata a fare movimento. Ma davanti alla mia determinazione si è ficcata la sua mascherina in faccia e ha terminato il lavoro con me. O lo facevo adesso o chissà quando sarei riuscita a sistemare la soffitta.
e intanto pensavo, sempre pensieri disordinati, sui miei capelli, sul blog, sul negozio online, su mio padre, su QS, su Figlia, sullo sgabuzzino, su le scarpe in disordine, la scrivania, la libreria, la dispensa, il libro, la traduzione, la presentazione di un libro di poesie, la programmazione in java, le fotografie, il logo, il conto in banca, il pagamento del commercialista, la ceretta da fare, i miei chili in più, il cane, la tenda di Figlia.
Poi sono caduta.
Sono inciampata per la strada e sono caduta, come le ho detto.
Devo fermarmi, mi sono detta. Devo smetterla.
Basta pensare. Shhhh.
basta.
Ho cercato di mettere insieme tutti i miei progetti.
Ho fatto il punto della situazione e ho visto che tutto è bloccato:
- il blog de LeBenXXX non parte a causa di un attacco informatico sul server di D'Artagnan. - QS ha necessità che io metta mano al prezzario ma non sono sicura che mettere le tariffe sia una buona cosa, quindi temporeggio - il Webber mi ha chiamato prima di Natale, parlare abbiamo parlato, idee ne ho, adesso non saprei che altro dire. - Il negozio online ha necessità di applicazione che io adesso non sono in grado di fornire. - non posso fare le fotografie perché non si trova il carica batterie per il quale dovrei mettere mano alla libreria.- è assolultamente inutile che io metta mano alla libreria visto che tra tutto è ciò che è messo meglio- l'idea di dover pianificare "prima faccio questo e poi faccio quello" mi urta e mi frustra. - Google Chrome l'ho installato ma non trovo l'applicazione perchè il mio computer si impalla sempre più spesso. Dovrei pulirlo ma è lento.- dovrei pagare il commercialista ma prima devo avere accreditato lo stipendio- potrei chiedere al Talebano di versarmi i soldi con regolarità il 5 del mese come promesso, ma meno lo sento meglio sto (prossimo post in arrivo...) - il libro non si muove perché Gina sta male e, tra l'altro, io non posso nemmeno aiutarla.
Ho pensato: Vaffanculo. Cheafiga. Sinculi.
Adesso mi fermo. Non spingo più niente. Riprendo a fare quello che mi va senza fare tante pianificazioni e campagne di Risiko a programmazione quinquennale. Scrivo lo stesso i blog per LeBenXXX anche se non li pubblico adesso. Metto in ordine casa e faccio spazio perchè é mia intenzione riprendere a dipingere. Avevo comprato il materiale a settembre ma mi ero arenata.
Basta dare dritte alla mia vita, decidere, pensare, programmare, guardare dall'alto e poi dal basso, pensare, sviscerare, capire, interpretare, farmi domande.
Voglio vivere così, un po' alla cazzo, per dirla tutta.
E così pensando ho trascorso questi giorni che mi sembra di essere a dicembre, ma, come dicevo, a dicembre 2012. Poi stasera arrivo a casa. Non trovo subito le chiavi nella borsa, che è buio e voglio entrare a casa e ho freddo. Allora suono il campanello.
E me ne ero dimenticata: ma l'amministratore del condominio mi ha ascoltato bene quando prima di Natale l'ho incontrato e gli ho detto che il campanello così non andava più bene. Che sono io adesso che pago i conti. Sono io che dirigo sta casa, decido, faccio e brigo. Quindi prima ci va il mio cognome e poi quello dei miei figli. Dei miei figli e non del Talebano. E oggi così ha fatto. Prima il mio cognome e poi quello dei miei figli.
Non se ne accorgerà mai nessuno ma io sì, e la differenza è tutta lì. Nei dettagli.
In un campanello nuovo.
Nel fare le mie cose, nell'ascoltare di più la mia pancia e meno la mia testa.
Non più vaffanculo, ma Olè!
Olè, Olè Olè.
é il post 2 0 1, che pubblico nel mio blog il 12.01.2012.
Una combinazione che mi piace.
Olè!
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