I pensieri del 2012

Ma poi che vuole, uno nemmeno si può girare un attimo che zac, passano 10 giorni così, che nemmeno me ne sono accorta se non fosse per il fatto che a furia di cercare di aggrapparmi alla vita con tutte le mie forze mi sono accorta che non ho più unghie, che sono tutte sfaldate e non belle e curate come le sue, le mie si aprono in punta lo strato superiore si accorcia in maniera frastagliata e lascia trasparire un solco lieve e un altro strato sotto. Credo che sia, signora mia, perché a furia, le dicevo, di tenere tutto in piedi da sola, puntellando di qua e di là la costruzione in cui mi sono trovata improvvisamente, ho raschiato il raschiabile e scavato lo scavabile per rimettere fondamenta su cui ricostruire il distrutto. Penso che il minimo sia che si sfaldino.
Provvederemo perché a me piacciono molto le sue unghie, così lunghe e perfette, con lo smalto Dior immagino eh? quale? ah Violet Nouveau Monde, bellissimo davvero, è un viola che mi piace molto, magari me lo compro eh? In quanto a me, lei mi vede qui come al solito scapigliata, vestita un po' così, e guardi, sono caduta pure, vede? ho ancora la mano spellata e il ginocchio rovinato, ecco qui, guardi, anche l'altro eh? ho fatto un volo sul marciapiede, con una caduta a braccia aperte planando sul giubbotto rosso di Sisley che con i suoi 60 euro nemmeno si è strappato, ma le mani e le ginocchia sì.
Il malanno si è impossessato del mio corpo e io mi sono trovata divisa in due: dalla pancia in giù pesante come un mattone, incapace di muovermi e di fare cose, un corpo che è un macigno che giace nel letto. La parte superiore tutto un vagare con la testa in un vaso vuoto e rimbombante, come se fossi una pallina impazzita.
Senza meta e senza scopo ho passato la mia settimana di ferie a letto e ho
pensato e pensato e pensato. Beh, non ho solo pensato. Che nel frattempo il Maschio Alfa mi ha telefonato, mi sono vestita e alle 8 e mezza del mattino è venuto a prendermi: il Lavoro Benedetto va curato e le fondamenta vanno scavate. E una mattina, imbottita di medicinali sono andata in soffitta e l'ho vuotata da sola, tutta, cercadno di non vomitare sulla pala eolica, su 20 anni di raccolta materiale "che può essere utile", su metri cubi di cavi elettrici, un tubo per la lavatrice, mobiletti da due lire, diversi tipi di martelli, 6 seghe di diverse misure e altro. E un'altra mattina mi sono presentata sempre più imbottita di medicinali e ho detto a una stupita ma non stupida Ionohostata:
- ti da fa fastido la polvere?
- eh sì, io lergica a polvere.
- perfetto. Anche io. Per questo ho comprato le mascherine.
E me la sono portata in soffitta e l'ho fatta andare su e giù per le due rampe di scale a portare giù grossi fasci di canne di bambù di non so quale provenienza, e pezzi di battiscopa di legno, e pezzi di cornici di porte, e porte, e bidoni di pittura da muro diventati gesso, e pennellesse inutilizzabili, e un tappeto che nemmeno al canile di Rubano lo vogliono. Ionohostata ha 21 anni e non è abituata a fare movimento. Ma davanti alla mia determinazione si è ficcata la sua mascherina in faccia e ha terminato il lavoro con me. O lo facevo adesso o chissà quando sarei riuscita a sistemare la soffitta.
e intanto pensavo, sempre pensieri disordinati, sui miei capelli, sul blog, sul negozio online, su mio padre, su QS, su Figlia, sullo sgabuzzino, su le scarpe in disordine, la scrivania, la libreria, la dispensa, il libro, la traduzione, la presentazione di un libro di poesie, la programmazione in java, le fotografie, il logo, il conto in banca, il pagamento del commercialista, la ceretta da fare, i miei chili in più, il cane, la tenda di Figlia.
Poi sono caduta.
Sono inciampata per la strada e sono caduta, come le ho detto.
Devo fermarmi, mi sono detta. Devo smetterla.
Basta pensare. Shhhh.
basta.
Ho cercato di mettere insieme tutti i miei progetti.
Ho fatto il punto della situazione e ho visto che tutto è bloccato:

Ho pensato: Vaffanculo. Cheafiga. Sinculi.
Adesso mi fermo. Non spingo più niente. Riprendo a fare quello che mi va senza fare tante pianificazioni e campagne di Risiko a programmazione quinquennale. Scrivo lo stesso i blog per LeBenXXX anche se non li pubblico adesso. Metto in ordine casa e faccio spazio perchè é mia intenzione riprendere a dipingere. Avevo comprato il materiale a settembre ma mi ero arenata.
Basta dare dritte alla mia vita, decidere, pensare, programmare, guardare dall'alto e poi dal basso, pensare, sviscerare, capire, interpretare, farmi domande.
Voglio vivere così, un po' alla cazzo, per dirla tutta.
E così pensando ho trascorso questi giorni che mi sembra di essere a dicembre, ma, come dicevo, a dicembre 2012. Poi stasera arrivo a casa. Non trovo subito le chiavi nella borsa, che è buio e voglio entrare a casa e ho freddo. Allora suono il campanello.
E me ne ero dimenticata: ma l'amministratore del condominio mi ha ascoltato bene quando prima di Natale l'ho incontrato e gli ho detto che il campanello così non andava più bene. Che sono io adesso che pago i conti. Sono io che dirigo sta casa, decido, faccio e brigo. Quindi prima ci va il mio cognome e poi quello dei miei figli. Dei miei figli e non del Talebano. E oggi così ha fatto. Prima il mio cognome e poi quello dei miei figli.
Non se ne accorgerà mai nessuno ma io sì, e la differenza è tutta lì. Nei dettagli.
In un campanello nuovo.
Nel fare le mie cose, nell'ascoltare di più la mia pancia e meno la mia testa.
Non più vaffanculo, ma Olè!
Olè, Olè Olè.
é il post 2 0 1, che pubblico nel mio blog il 12.01.2012.
Una combinazione che mi piace.
Olè!
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