Chiacchiere confuse e strade incerte: noi si prosegue dritte - 2/2
dicevo che prima quando avevo tutto facile non era così bello, ma era facile. e riprendendo il racconto da dove l'ho lasciato ieri, devo dirle quindi signora mia, che tra la notte e il giorno navigavo in rete parecchio, entrando nelle teche di molti dei miei contatti di Facebook, e cercando link interessanti, ed è così che mi si è aperta la pagina sulla Street Art e navigando ancora ho trovato qualcuno che commentava la frase di qualcun altro e mi ci sono ficcata pure io, a piazzare lì i miei commenti, metterci ogni tanto una battuta, seguire i ragionamenti che facevano loro e con mio enorme stupore ho scoperto che esiste gente che vive di arte, ovvero si mantiene, ci paga le bollette e tutte le altre cose, e davvero, con l'arte che sia scritta o meno loro ci vivono, e a me negli ultimi anni avevano insegnato che non era possibile, che con l'arte, la pittura, la parola scritta si faceva solo la fame, era uno spreco di tempo, c'erano altre cose da fare, più imminenti e costruttive. E io, signora mia, ci ho creduto, che io amavo tanto la mia famiglia, il Talebano e Figlio e Figlia che nemmeno mi ero accorta di quanto lontana ero andata dalle mie cose. Auff, signora mia, sì lo so, avrei dovuto rendermene conto prima, porre rimedio, ma quando mi sono accorta che le cose non andavano più bene, almeno non a me, nessuno intorno a me era disposto a cambiare e insomma, così, ho distrutto tutto quello che ho costruito... sì sì, come sono noiosa, mi stufo pure io a sentire sempre sta storia, ha ragione a spazientirsi, allora le dicevo che quest'estate in rete, ho scoperto che le persone rispondevano ai miei commenti, li ritenevano pertinenti e fonte di ulteriore ragionamento. Così, tra un contatto e l'altro con qualcuno ho anche chattato, ma la cautela era tanta, che tra i molti lo sa quanti ne ho trovati che pensavano di me le cose peggiori? (o le migliori? mi viene da ridere, le strizzo l'occhio ed è inutile che lei faccia finta di non vedere, ha capito benissimo la mia allusione, ok ok, mi rimetto in riga), le cose peggiori, e tra tanti c'era Diabolykk che, questo era il suo nickname, tutta l'estate ha cercato di avere un aggancio con me, e poverino mi mandava gli emoticon con la faccina che piangeva, mi pregava che voleva solo offrirmi una cena, e poi mi ha chiesto per pietà troviamoci in un posto pubblico ti offro un caffè, e mi riempiva di complimenti ma io non mi fidavo, sa, che io li riconosco a naso anche da lontano, finché lui si è rivoltato contro di me, mi ha detto cose oscene e irripetibili, io ho bloccato il contatto e ho continuato con le altre persone, perché non ci si fa fermare da un imbecille, non si fa. Più di qualcuno l'ho lasciato per la strada, come quel mio vecchio compagno di scuola che mi ha visto on line, poi ci siamo trovati in un bar e lì io ho strabuzzato gli occhi e ho cominciato a ridere fragorosamente quando lui mi ha detto che è un amante eccezionale e che aveva capito che lo ero anche io e che insieme avremmo fatto faville, e io giù a ridere che mi facevano male le mascelle, perché evidentemente lui non si ricordava che al liceo avevamo passato la notte insieme ma lui non era riuscito a combinare nulla con me, e... eh beh, signora mia, mi piacerebbe raccontarle anche i fatti piccanti ma come lei ben sa qui non si può, questo è un luogo privilegiato per tirare fuori la vita sommersa e dare una continuità a quella emersa, e non è certo il posto dove raccontare alcune cose, in ogni caso, sì arrivo al punto, che facendo zig zag tra un uomo e l'altro tutti virtuali e disponibili (ma lei, mi scusi se ancora insisto, lei ha la più vaga idea di quanti uomini soli esistano al mondo? di quanti uomini solitari trascorrono le loro serate davanti alla tv, abbandonati dalle mogli, sfruttati dalle amanti occasionali, soli soli soli, che i figli sono con le mogli, che gli amici sono con le amanti, e loro sono soli, signora mia, seduti davanti a un computer a guardare le veline e poi a cercare nei profili di quelle che come me starnazzano di qua e di là, e loro vanno in cerca di compagnia convinti che tutte le donne del mondo siano lì pronte a saltargli in groppa, a volerli sposare, farsi pagare la vacanza, farsi regalare la borsa, e loro quindi si rendono alla fine disponibili a pagar il prezzo - la borsa, la cena, il gioiello - e quando proprio hanno finito di controllare i conti e i rendimenti in borsa di quei soldi che dovranno garantire loro la cura di una badante nel futuro, che sanno benissimo che quando saranno anziani - e oddio se fa male agli uomini la parola anziano- non troveranno nessun altro che starà loro a bada se non una badante ben pagata, e dopo che hanno telefonato ai figli con la chiamata di rito e chiudono la conversazione che dall'altra parte hanno trovato un adolescente o poco più che sta guardando il Grande Fratello mentre chatta su Fb e la telefonata del padre arriva sempre in un attimo inappropriata e che cosa vuole che si dicano, che già si sono sentiti ieri, bene, dopo aver guardato la televisione ed essersi detti che sono veramente stanchi, questi uomini soli vanno al computer e cercano in rete compagnia e tra tanti che fanno così ce n'è qualcuno che ha incrociato me e mi ha confusa con quelle che in effetti esistono - Barbara per esempio- e mi dispiace per loro, che sebbene io mi sia portata a casa il Fauno un giorno, è stato un caso o una prova di coraggio, e mi sono anche divertita ma basta, come? ah signora mia, lei dovrebbe venire un giorno a sentirmi di quando racconto del Fauno, che le mie amiche ben sanno e ridono, alzano i bicchieri di vino e brindano con me, e ridiamo così fragorosamente che sembra che non abbiamo nessun pensiero nella mente, e anche questo non posso raccontarlo qui, aprirò magari un blog separato, di quelli sa con l'iscrizione obbligatoria, insomma, quanti uomini soli signora mia, soli per sempre perché non osano e non sanno più riconoscere il vero dal falso, l'opportunismo da volontà sincera di sapere, la voracità materiale con la voglia di condivisione), ah signora mia, come è fortunata lei che queste cose non le sa, perché è molto difficile sa muoversi in questi terreni ma insomma, ritorno a quest'estate quando incappai in chat in un uomo che si è messo ad ascoltare le mie chiacchiere e in cambio non ha chiesto nulla. A lui ho raccontato tante cose, mentre la sua chat stava muta e le mie frasi veloci comparivano sul suo computer portatile mentre era in treno, e ogni tanto scriveva un - sì ci sono- quando io mi fermavo e chiedevo- ti annoio? ci sei?- e lui mi ascoltava, rispondeva -no no, mi diverto, scrivi scrivi- e io raccontavo della mia camera rossa appena dipinta, raccontavo del mio lavoro benedetto, raccontavo di me e del mio muovermi caparbia verso il futuro e lui ascoltava, ma per davvero, e poi io avevo cominciato a fare domande e lui a dare risposte, io un mare in piena di energie disordinate, lui uno stupore muto nel trovare tanta forza scombinata, lui che era ben abituato alle connessioni in rete, che ne aveva fatto persino una torre che girava per lItalia, e mentre portava a termine un grandioso progetto camminava in realtà rasente i muri, lui piccolo tra i grandi, e io subito ho riconosciuto senza mai vederle, le mani sporche di lavoro e di fatica, quella quotidiana e silenziosa, e ho sentito il respiro affannato di chi è a un bivio nella propria vita ma non lo riconosce proprio bene, semplicemente lo sente sotto pelle e non sa bene cosa fare, che i Grandi sono potenti e possono schiacciare, ma noi siamo David piccoli e rischiamo sempre di farci schiacciare come mille altre volte è già successo e ci si domanda se non è arrivato il momento di smetterla di combattere contro i grandi del mondo e arrendersi. No, non è mai il momento di smetterla di combattere i grandi, se noi crediamo in quello che facciamo. Un giorno lui mi ha dato il suo numero di cellulare: e io l'ho serbato con attenzione, senza mai usarlo se non una volta per mandare un sms, che io non voglio seccare la gente in giro, però facevo le foto e gliele spedivo via mail, mentre io ero al mare e lui in Francia, e l'sms glielo ho mandato a settembre, che anche avevo scritto una poesia per le sue nozze e glielo volevo far sapere, e ho seguito su facebook la sua luna di miele in America, e il suo lavoro che prendeva corpo, lo guardavo e lo cercavo il suo lavoro su youtube, e insieme lo commentavamo e poi un giorno mi ha chiesto se volevo scrivere un racconto per lui e io l'ho fatto, e a lui è piaciuto e il mio racconto è finito nella sua opera vicino a un testo di Margarita Hack, un testo sulla ricerca scientifica, così, semplicemnte, senza nulla dare e senza nulla chiedere in cambio, così come deve essere un'amicizia, fatta di contatti quotidiani via chat (come va? - gli chiedevo - mah, ho un articolo che voglio farti leggere - manda- e il rapporto si costruiva così, mi crede signora mia? una cosa facile, liscia, senza intoppi, intellettualmente stimolante) per me soprattutto, finché non l'ho messo in contatto con il Cern, e non ho mosso la mia rete di conoscenze che si sono propagate come le onde del mare, e si sono mosse, e pur senza tirar fuori un soldo le persone che io conosco si sono mosse, hanno fatto telefonate, portato avanti idee, e hanno cercato di promuovere la cultura con un movimento centripeto e spontaneo, e si sono costruite altre amicizie che ora proseguono, un po' a rilento per la verità, perché anche io ho avuto i miei pensieri e ho lasciato anche spazio agli altri, che non posso mica essere ominipresente, ci vuole misura, ma lui lo sento sempre, e ho seguito, come le dicevo, i suoi lavori, sono andata a vederli e poi abbiamo cominciato a telefonarci a volte, uno scambio di battute, un chiacchiericcio fitto fitto, la preparazione mentale a un evento grande che io seguivo da lontano e lui da vicino, e persino una sera, una discussione accesa sulla opportunità di arrabbiarsi e urlare al mondo la propria esistenza, e farsi spazio, e quella volta abbiamo discusso in maniera animata, e io sentivo che la corda si tirava e lui era pronto a spezzarla, ma io continuavo nel mio bisogno di farmi capire e lui finalmente mi ha capito, io ho taciuto e gli ho dato ragione, una ragione vera, condivisa perché iimprovvisamente avevo visto il mondo in cui lui si dibatteva, e non è facile essere grandi e piccoli insieme, essere etici e puliti dentro senza soffocare, combattere per le proprie idee e i propri diritti e nello stesso tempo muoversi senza porgere il fianco al nemico, nemmeno è facile rinnegare e allontantarsi da un rapporto che era amicizia e stima ma che negli anni si era trasformato in un livello di disuguaglianza, e chi meglio di me poteva capire la fatica nell'abbattere le torri che noi stessi abbiamo costruito con tanta passione, ma è necessario se vogliamo proseguire a vivere e così ha fatto lui, e sempre via chat ci siamo aiutati, ascoltati e sentiti vicini, come un'amicizia deve essere. Poi, un giorno, una connessione diversa nel mio cervello, un'idea diversa e spontanea, nata da un terreno fertile come quello che è il mio lavoro benedetto, - perché non lavori per la moda?
E l'idea come un tappeto d'oro si è distesa sui nostri pensieri, e così improvvisa e assurda da lui è stata accolta con stupore, ma io l'ho vista, nelle mie visioni visionarie l'ho vista che prendeva corpo, ed era reale e possibile, e ho coltivato in lui la mia idea, e più ne parlavo con lui più sembrava così naturale per lui, una sfida senza dubbio, ma anche una possibilità. - Il mondo tutto ha fatto i soldi con i vestiti, perché non dovremmo farli anche noi?- La connessione con il mio lavoro benedetto, il Maschio Alfa e la sua esperienza, FF e la sua creatività, il suo bisogno di nuove sfide, il mio volere germinare, queste cose messe insieme si ritroveranno domani tutte insieme, e ho fatto poca fatica nel mio scavare nell'animo fertile di un uomo nuovo che ha trovato una dimensione giusta di fianco a una moglie nuova e un lavoro vecchio, che subito dopo FF era entusiasta, così carico che ho temuto a volte di averlo inutilmente illuso, ma ormai la macchina che avevo messo in moto si era mossa e aveva fatto anche parecchia strada, e adesso facciamo un passo alla volta che tanto siamo tutti adulti, abituati a essere fermati nelle nostre corse e può essere anche che domani ci si sieda davanti a un tavolo quadrato e ci si guardi un po' smarriti negli occhi, che le collezioni non piacciono, i materiali non vadano bene, i tempi e le risorse non sono state valutate, le persone non si intendono e tutto finisce lì, ma sa, signora mia, se anche tutto domani finisse a tarallucci e vino andrebbe bene lo stesso, che io comunque non posso stare ferma e dove vedo possibilità mi piace sfruttarle, e ho preparato a F un luogo che spero accogliente, una presentazione che dovrebbe consentire all'uno e all'altro di intendersi invece, e a tutti noi di creare secondo le nostre capacità e possibilità, e forse in tre potremmo fare quello che nessuno di noi da solo avrebbe mai potuto pensare di fare e tutto così, in maniera spontanea e volonterosa che sembra quasi impossibile e difficile da credere per chi vive tutto mettendo su una bilancia, tanto mi ha dato tanto ha ricevuto, se ha fatto così vorrà ricevere colà, invece io so che è possibile tutelare gli interessi di tutti, e lei mi guarda e sorride leggera, ma io so che è vero, io so che esiste l'amicizia, la strada da percorrere insieme, così come esiste l'amore per sempre assoluto e potente, accompagnato dal sesso che lo completa, che noi siamo spirito e carne, meravigliosa carne signora mia, e io voglio l'abbondanza, di sentimenti passioni e vita.
Ieri ho portato mio figlio a comprare delle scarpe (due paia signora mia, 200 € per due paia di scarpe e lui sorrideva felice con i suoi denti di ferro, e quelle che aveva addosso le ho fatte buttare e un po' alla volta vede, riesco a sistemare le cose, un colpo di qua e uno di là, e mi devo ricordare di raccontarle del mio parrucchiere, le farò un racconto breve che oggi sono stata in centro e mi sono fatta tagliare i capelli che anche oggi tutto contrastava contro la mia idea e invece ci sono andata lo stesso, domani, magari domani le racconto del mio parrucchiere di oggi che alla fine mi ha baciato, schioccando due baci veri sulle mie guance come se fossimo amici da sempre, ma lo schiocco è stato così bello, e così doppio che ho sorriso e sono uscita più leggera).
Tornando a casa, fermi davanti al semaforo, mentre Figlio orgogliosamente aveva alzato il cappuccio del giaccone nuovo comprato a novembre in Negozio (-Mamma, mi pare un po' costoso- mi aveva detto non appena Ketty aveva voltato le spalle, ma io lo avevo guardato mentre lui si specchiava, con i suoi anni freschi chino a studiare matematica e a discutere con me di filosofia, sereno nei giorni dopo la burrasca familiare e basta, mi ero detta, basta giacchette di decathlon mascherate da materiale tecnico, - ti sta bene, te lo compro volentieri,- e ora sono mesi che gira con il suo giaccone nuovo); dicevo, fermi al semaforo, con un grande sacchetto bianco contenente le due paia di scarpe, ho fugacemente alzato il mio braccio sinistro sulle sue spalle ho detto:- e l'anno prossimo compriamo la macchina.
Lui mi ha creduto.
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