GRIMILDE Uber alles (prodromi della settimana della moda di Milano)
La scena è semplice e appropriata: tu arrivi allo stand di Milano portandoti attorno questo pesante fardello di attrazione e fascino. Il passo misurato, il braccio piegato che regge la borsetta, l'aria della donna di mondo che ha appena finito una importante settimana di lavoro, e con profitto. Il Maschio Alfa rotola verso di te, fa il gigione, sorride e fa un po' di public relation, perché a sta cosa dei vestiti per il giro d'Italia ci tiene parecchio davvero.
Tu, che sei parecchio superiore e di questo ne siete consci tutti e due, gli dai ascolto, e dall'alto della tua posizione di fascino-attrazione-giroditalia lo prendi sotto braccio e lo ammali. Parlate, non si sa bene di cosa, ma parlate pure parecchio: chiaramente lui che dapprima era un po' calcolato, ora comincia a divertirsi, sta bene con te, chiacchierate amabilmente, scoprite che vi piacete e che insomma, sarebbe proprio una figata per tutti fare sta cosa a maggio. In ogni caso vi piacete e sperate di poter lavorare insieme in qualche maniera.
E poi, mentre è quasi ora di andare via, tu lo guardi fisso e fai la più grande magia che tu abbia mai messo in piedi fino ad ora (la più grande perché questa volta ci metti la consapevolezza, la volontà, la conoscenza e una buona dose di menefregodeldopo).
Lo guardi e gli dici:
- visto Quella? Vedi di trattarmela bene, che è merce rara e delicatina (in qualche parte Quella è in effetti delicatina, non è chiaro dove ma lo è, no? non lo è? ok, meglio dire "rara" e basta).
quindi daccapo.
Lo guardi e dici:
- visto Quella? Vedi di trattarmela bene che è merce rara.
-ah - dirà lui- lo so. Infatti ...
- eh no- dirai tu, stringendogli il braccio e avvicinandoti con il viso al suo - renditi conto che ... (OMISSIS)
e in quel momento preciso, SCIAF-FATRAC il Maschio Alfa realizzerà che per qualche motivo non ben chiaro, senza davvero davvero non ci può stare. Si renderà conto che vuole
... (OMISSIS) ...
ma non sarà in grado di dirti niente di tutto ciò. Perciò starà muto.
Lì, tu lo saluterai e schioccando le dita e strizzando l'occhio sinistro completerai la magia: lui non si ricorderà che sei stata tu a ... (OMISSIS) ... ma resterà lì, folgorato dalla rivelazione, che in effetti sì, qualcosa deve fare, perché senza non sta.
Ecco. (OMISSIS)
Questa è, grossomodo, la trama di una storia che mi piace assai.
Naturalmente la storia prosegue, perché non fai a tempo a voltare le spalle al Maschio Alfa (che resta perplesso un bel po' a chiedersi come ha fatto a non accorgersene prima, e adesso, - si dice - adesso che cazzo faccio?) che arriva ansimante l'Alpino il quale ti aveva visto da lontano nel lungo corridoio, e aveva registrato la tua mano sul braccio del Maschio Alfa, e mentre aveva accelerato il passo aveva anche visto che ti sporgevi pericolosamente vicino al volto del Maschio Alfa e gli sussurravi qualcosa. Cosicché l'Alpino aveva cominciato a schivare la gente che passeggiava in senso contrario (miii, ma sai quanta gente che cammina in senso contrario proprio nel momento esatto in cui tu vuoi andare dall'altra parte?), e nel mentre che arriva ti vede che strizzi l'occhio e con aria greve e piena di conturbante serenità ti volti verso di lui che nel frattempo è riuscito ad arrivarti vicino:
- cosa ci fai qui?
Dice lui con voce strozzata mentre cerca di frenare la rincorsa.
- oh beh, - sorridi tu sempre dall'alto del tuo atteggiamento fascinoso, mentre tutto il corpo in armonioso ordine segue i movimenti del tuo viso e con delicatezza ed eleganza fa voltare le spalle a un Maschio Alfa ancora dubbioso e pensieroso- facevo cose "di lavoro".
E' in quel preciso momento che l'Alpino si rende conto che il Maschio Alfa è, come aveva già visto dall'inizio del corridoio, una vera merda, biondiccio, vecchio e con quell'aria sorridente e falsa, e ti prende per un braccio e ti attira a sé, e mormora sottovoce:
- ma quello chi cazzo è?
ma è troppo tardi anche per lui. L'aura della magia appena fatta lo avvolge, specie adesso che è accecato dalla sorpresa di trovarti qui con un altro uomo, e mentre cerca di capire lui stesso perché sta facendoti una scenata di gelosia, e cerca di dire a se stesso che no, non è mica una scenata di gelosia, questo è solo un ... ehm...vago attacco...ehm...di...ecco! panico, un vago attacco di panico, anzi, un forte attacco di panico, che con tutta quella gente che camminava controsenso, e tu in fondo, nera e scura come la regina cattiva di Biancaneve, eppure così potente e forte, con le unghie rosse, il collo del mantello alto e imponente, gli occhi bistrati di scuro, il fascino del sesso e del potere, questa capacità di muoverti in maniera sinuosa con movimenti fluidi, e questo tuo aprire il mantello nero che ampio si spalanca come un colpo d'ali e resta sospeso così, fremente, (che non ce ne fregava niente a nessuno di Biancaneve, possiamo dirlo, tutte volevamo essere la regina cattiva, così maledettamente bella e intelligente, così conoscitrice dell'animo umano, peccato che quegli stupidi l'abbiano fatta così cattiva, ma era lei quella che tutti noi avremmo voluto essere e ahimè, il mondo è pieno di stupidi) e insomma, mentre lui cerca di capire cosa sta succedendo, poiché da magia si genera solo magia ecco che l'Alpino solleva lo sguardo verso le ali nere del mantello, che sono sospese sopra di lui e fremono mentre sono trattenute, incapaci di portare a compimento il gesto; e alza lui le braccia muscolose, e si mette anche in punta dei piedi, e facendo questo movimento un profumo di uomo arriva alle tue nari, e il suo cuore colto alla sprovvista dal tuo stupore finalmente batte e consente così una spinta più ampia verso l'alto e infine lui prende la punta esterna delle ali e le chiude sopra di sé, nascondendosi dentro di te e facendosi tuo per sempre. Perché lui ha coraggio.
La scena viene immortalata dai fotografi e passerà alla storia per essere stato il bacio più grandioso di tutta la settimana della moda di Milano.
Olè. Facile come bere un bicchier d'acqua.
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