Le mie carte


So che vuoi sapere: allora ti dico, 'che so anceh che non osi chiedere. Allora ti scrivo.
Perchè hai ragione, non è chiara la faccenda delle mie carte.

Le mie carte: le mie lame taglienti che guizzano negli occhi di chi me le chiede, e con cautela si porge verso di me, e non mi guarda ma abbassa gli occhi, perché sono sciocche le carte, sono superstizioni antiche e noi siamo nel mondo tecnologico e ti prego...fammi le carte.

- quanto vuoi?

- nulla, non voglio nulla.


Perché non sono mie le mie carte, e non riesco a mercanteggiare le mie parole e il mio tempo.
Mi chiamano in chat, a volte su FB. Sono persone importanti, gente che guadagna parecchi soldi al mese, manager che vanno a Roma e tornano da Parigi, e gestiscono studi professionali seri, e tornano a me e dicono :
- Senti, mi leggeresti le tue carte?

Prendono, lo so. Prendono da me.
Io prendo le mie carte e incerta le mescolo, e sorrido allo schermo del computer dove qualcuno, dall'altra parte mi aspetta. Aspetta che io mescoli le mie Lame, aspetta che io le distribuisca sul tavolo, aspetta che io digiti le mie parole sulla chat.

A volte non riesco: a volte mi svuotano e dico che non posso.

A volte dico di sì: ma quando sono stanca, provata dalla mia vita e dalle mie scelte, quando sento di non avere energie, e tutto mi pare sbagliato intorno a me, e non vedo la luce oltre il buio, e non posso uscire di casa, ecco quelle volte in cui dico di sì e faccio le mie carte vengono bellissime; e a volte, lo confesso, piango, che tanto nessuno mi vede. E le mie carte parlano.

vengono delle carte così chiare e nitide, che la chat non risponde più, io apro le mie lame una alla volta e di là il silenzio, il pensiero di chi mi legge, e vede le lettere invertite per la fretta mia di scrivere, perché le parole mi escono come un fuoco, un fuoco da niente certo, ma è un fuoco che investe. Ogni volta che leggo le carte dapprima mi trattengo e poi mi sciolgo e dico ogni volta, lasciami libera di leggere le tue carte con quello che vedo io anche se sono un mucchio di cazzate. E sì sì, mi risponde la chat dall'altraparte, a volte in inglese, a volte in italiano, dipende da chi è, dal tipo di istruzione che ha, ma la tensione la sento, mi pare di vederli concentrati a fissare lo schermo.

le mie carte.
Non sono molte le persone a cui faccio le carte: c'è chi mi dice che mi pagherà. C'è chi mi ringrazia e basta, c'è anche chi non ringrazia e mi domanda: chi te l'ha detto?
Con chi hai parlato?

Non sono magiche le mie carte: sono solo uno strumento per interpretare la realtà.

E io ogni volta mi sento più forte. Ogni volta mi svuoto e mi riempio.
Tutti tornano.
Tutti.

Commenti

  1. tutti prendiamo no? ma dobbiamo anche dare, vogliamo dare, un volere così forte che diventa obbligo per noi... e quando il flusso si interrompe sopraggiunge il dolore...

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  2. tutto conosciuto e tutto nuovo. sorpresa, presagio, epifania, sorellanza... leggerti è come leggere me, e altre come noi. è come ritrovare le proprie radici e nello stesso tempo inorridire perchè dici no, non così anche per lei... è conforto e tortura, è sorriso e lacrima e poi sorriso ancora

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